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Salvini: “Non è possibile che la Supercoppa italiana in nome del business venga giocata in un Paese irrispettoso e retrogrado”

Il Ministro dell'Interno ha detto la sua riguardo la decisione della Lega Calcio di giocare in Arabia Saudita la Supercoppa italiana

Matteo Salvini, Ministro dell’Interno, ha parlato ai microfoni di Radio Radio riguardo l’Arabia Saudita che ospiterà la Supercoppa italiana:”E’ la morte del calcio e dei valori sportivi, del rispetto, del divertimento e dell’uguaglianza. Ditemi voi se la Supercoppa italiana in nome del business e di qualche milione di euro va giocata a migliaia di km di distanza in un Paese con dei problemi in cui le donne non possono andare allo stadio a meno che non siano accompagnate. Da milanista non guarderò questa partita, mi vergogno di chi ha svenduto gli ideale sportivi al Dio denaro. Mi ricordo che quando ero ragazzino vedevo la finale della Coppa Intercontinentale in Giappone in cui c’erano le trombette. Quello poteva essere divertente, ma andare a giocare in un Paese irrispettoso, illiberale, retrogrado. Mi aspetto la reazione delle femministe. Mi spiace che la mia società sia corresponsabile di una vergogna simile. Non faccio il presidente né del Milan o della Juventus, avrebbero dovuto pensare prima a cosa fare. La Supercoppa italiana si deve giocare in Italia e qualche milione di euro si può raccattare in qualche maniera. Purtroppo però c’è questa cultura improntata sempre al guadagno, con il calcio spezzatino. Io rimpiango il calcio della domenica alle 15 con tre stranieri in campo. Ci son troppi soldi che girano intorno al calcio, che non sempre vengono gestiti con la trasparenza voluta o che arrivano alle federazioni di base. A me piacerebbe che questi soldi più che a pagare stipendi super di mega dirigenti, arrivino nei campetti di periferia. Mi farò promotore umilmente con la Lega Calcio del fatto che i valori dell’Italia non vengano sacrificati per qualche manciata di milione di euro, portando il business in un Paese che non merita, in un Paese incivile“.

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