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Salvatore Caiazza: “Questo traguardo deve essere il primo di una lunga serie”

Una goduria immensa vedere cantare l’Olimpico per il Napoli. Non ci poteva essere vittoria più bella nella  Capitale. Battere la Juve e alzare la Coppa Italia non ha prezzo. Neanche con MasterCard puoi comprarla,  così come recita la pubblicità. Gli azzurri hanno meritato di vincere perché hanno avuto la caparbietà dei grandi. Hanno giocato alla morte come se fossero in Champions League. Hanno concesso poco agli  avversari, hanno messo da subito alle corde i campioni d’Italia dimostrando tutto il loro valore. Giusto tre  tiri in porta hanno fatto i bianconeri. Poi è stato solo Napoli. Avrebbe  potuto segnare subito la squadra partenopea se solo Zuniga avesse messo dentro un pallone di testa dopo due minuti di gioco. Ma si era  capito che per la Juve non ci sarebbe stato scampo nella notte romana. C’erano tutte le premesse per festeggiare e così è stato. Un plauso particolare a De Sanctis che è stato un protagonista tra i pali. Nei momenti di difficoltà, quando la Juve premeva per pareggiare, ha blindato la porta come ai bei tempi. Il  Pirata non ha sbagliato nella notte più bella. L’ha vinta a modo suo la finale il Napoli. Con pressing alto,  velocità e ripartenze. Complimenti al Pocho che si è conquistato il rigore che ha  sbloccato la partita. È sceso  in campo il Lavezzi che conosciamo. Quello che non si risparmia, che corre, dribbla e spacca in due le difese. Bella la scena sotto la Curva a fine partita. È andato a prendersi in lacrime l’abbraccio della sua  gente. Chissà se queste emozioni le proverà altrove nel caso in cui dovesse andare via. Risulta difficile. È  uno di noi l’argentino, a Parigi, in Russia o a Milano diventerebbe uno qualsiasi.  È stata la rivincita di  Mazzarri su Conte. “A te il campionato, a me la Coppa, mio caro Antonio”, gli avrà detto. L’avrebbe potuta battere anche in campionato la Signora ma è inutile stare a rammaricarsi nella notte di giubilo. Godiamoci  questo storico trofeo che mancava dagli anni d’oro di Maradona. Il tecnico toscano se lo era visto sfuggire  tre anni fa quando era alla guida della Sampdoria ma vincerlo con il Napoli è stata un’altra cosa. Walterino  può essere contento della sua esperienza in azzurro, sarebbe il caso che domani, passata la festa, si  mettesse a tavolino con De Laurentiis e programmasse il futuro con lui. Con Lavezzi o senza Lavezzi questo  Napoli continuerà a fare la storia. Il ciclo non è finito, anzi è ricominciato con ieri sera. Non ci sarà la  Champions l’anno prossimo, un po’ di pazienza, si giocherà in Europa League e si costruirà una squadra per  vincere il campionato. Onori e meriti ai guerrieri azzurri che si son presi lo sfizio di dare il primo dispiacere  dell’anno alla Juventus. È stato bellissimo vedere le facce morte di Del Piero e compagni mentre ritiravano  la medaglia dei secondi. Indimenticabile il viso di Cannavaro mentre alzava la Coppa. C’era riuscito solo   Juliano da napoletano a fare ciò, poi nessuno più. Ieri sera è toccato a lui, il mitico capitano, quello che aveva lasciato la serie A per venire in B a sposare il progetto Napoli.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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