Doveva essere la notte di Vargas ed invece la scena l’ha rubata Pandev. C’era attesa per vedere all’opera il nuovo acquisto cileno ma è stato il macedone a decidere la partita di Coppa Italia di ieri sera contro il Cesena. Entrato proprio al posto del sudamericano ad inizio ripresa, l’ex attaccante dell’interista ha confermato tutto quello che di buono sta facendo nelle ultime settimane. Ha permesso di pareggiare a Cavani dopo che il portiere aveva deviato una sua punizione e ha segnato il gol vittoria a cinque minuti dal termine sempre su calcio da fermo. Quando si pensava di dover ricorrere ai supplementari, ed eventualmente ai rigori, per poter incassare il pass per i quarti di finale, re Goran ha risolto tutto piazzando un pallone velenoso nell’angolino che Ravaglia aveva pure parato, ma quando già era fatto accorrere quasi trentamila spettatori. Una bella cifra se si considera la qualità dell’avversaria e la competizione da disputare. Il cileno, pagato una prezzo oneroso (11 milioni di euro) e partito dal primo minuto, era stato accolto dal pubblico con un gran boato. Un’accoglienza da campione, la stessa già provata dal diretto interessato al suo arrivo a Roma e nella presentazione ufficiale sul Lungomare. Inutile dire che ci si aspettava di vedere chissà che cosa da questo ragazzo sudamericano al suo primo giorno di scuola nel calcio italiano. Tante le aspettative, forse già si pensava che il buon Edu fosse oltre la linea. Una rete molto discussa dai giocatori cesenati ma, anche dalle immagini, si è visto che la palla è entrata. E meno male. Andare all’overtime in una serata che doveva essere una semplice sgambatura era troppo per un Napoli che deve restare fresco per riuscire a rimontare in classifica. Un’altra mezzora avrebbe influito sulla forma dei calciatori in vista della partita di lunedì prossimo con il Bologna. Rispetto al Cesena, infatti, Mazzarri aveva schierato gran parte dei titolari. Un po’ di spazio in questo commento lo merita Vargas. La curiosità di vederlo all’opera per la prima volta al San Paolo aveva Sanchez degli ultimi tempi all’Udinese. Spesse volte accostato al “Nino Maravilla”, l’attaccante azzurro era stato diretto durante la conferenza stampa: «Questo paragone mi annoia», disse. Una cosa è certa, prima di arrivare ai livelli dell’attuale calciatore del Barcellona bisogna aspettare. Era pure normale che Vargas non potesse stupire all’esordio. Dopo neanche una settimana di allenamenti sarebbe stato difficile vederlo fare cose straordinarie. Chi capisce di calcio sa che gli stranieri, soprattutto i sudamericani, hanno bisogno di tempo prima di mostrare il proprio talento. Ed è per questo che non va criticato per la sua prima apparizione al San Paolo. Anzi, va apprezzato perché ha saputo tenere il campo per 45 minuti. Si è proposto, ha avuto tanta buona volontà, ha corso, ha cambiato varie volte la posizione in attacco così come chiesto da Mazzarri. Ha avuto la sfortuna di servire sul piede di Popescu la palla del vantaggio cesenatico ma va perdonato. Così come il portiere Rosati che centralmente si è visto passare il pallone sotto la pancia. In attacco, poi, si è visto mandare a quel paese da Cavani perché gli ha ribattuto un tiro verso la porta. Sono cose che succedono. Evitiamo, dunque, di criticarlo e di metterlo subito alla gogna. Non dimentichiamo che in tanti avevano considerato un pacco Lavezzi e poi si sono ricreduti. Mazzarri dovrà lavorarci su per farlo crescere in fretta e per consentirgli di capire i suoi schemi. Il tecnico toscano è un tattico maniacale, se ne è accorto pure un campione come Pandev. Il macedone è entrato nei meccanisimi napoletani dopo un bel po’. Vargas, quindi, non va neanche rimandato ma aspettato. Dovrà studiare in fretta per diventare parte integrante di un progetto tattico e tecnico che sta togliendo delle belle soddisfazioni a Mazzarri.
Fonte Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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