Adesso è troppo facile sparare sul Napoli. Giusto fischiare e criticare gli azzurri dopo la pessima prestazione con l’Atalanta ma fare processi a sei giornate dal termine e con una finale di Coppa Italia da disputare è assai prematuro. Si rischia di rompere il giocattolo e di gettare alle ortiche una stagione che ha visto Lavezzi e compagni fare cose straordinarie in Champions League. Bisogna stare tranquilli poiché la squadra ha già tanti problemi fisici e mentali che proprio non ha bisogno di troppe pressioni esterne. Sistematicamente, appena arriva una sconfitta, escono fuori notizie che vogliono questo o quel tenore in partenza, evidenziano una possibile rottura tra Mazzarri e De Laurentiis o le crepe nello spogliatoio. Senza dubbio i ko non aiutano il tecnico e il suo gruppo ma da qui a dire che si sta smontando tutto ed è finito un ciclo ce ne vuole. Il Napoli è in crisi e nessuno lo può negare ma ci sono tutte le premesse per poterne uscire al più presto. Il terzo posto ormai è una chimera, sembra troppo lontano per essere raggiunto. Il calcio, però, insegna che fino a quando la matematica non ti condanna tutto è possibile. Il Lecce, per esempio, sembrava ormai spacciato ed invece, con due successi consecutivi, ha riaperto di nuovi i giochi. Mai in passato Mazzarri aveva vissuto un momento così difficile sulla panchina azzurra. I suoi finali non sono mai stati eccezionali ma nelle stagioni precedenti aveva messo molto fieno in cascina prima di arrivare al clou del torneo. L’anno scorso, per esempio, conquistò così tanti punti che si permise il lusso di subire una frenata nelle ultime sette partite. Stavolta, purtroppo, in corso d’opera la formazione partenopea ha perso molto terreno e di conseguenza si è trovata a dover rincorrere il terzo posto contestualmente agli impegni europei. Le due competizioni si sono cozzate e ci si è dovuti dannare anche per la conquista della finale di Coppa Italia. Nel doppio confronto con il Siena si poteva tranquillamente incassare il passaggio del turno ed invece si è dovuti sudare più del previsto. Tra andata e ritorno i cosiddetti titolarissimi hanno sprecato non poche energie togliendole agli altri impegni. Rispetto al passato torneo, poi, ci sono stati molti più infortuni. Mazzarri ha perso per i primi cinque mesi Britos e per sempre Donadel. Maggio si è dovuto arrendere due tre volte. La rosa di conseguenza si è ristretta e non c’è stato modo di ovviare. Qualcosa si sarebbe potuto fare nel mercato di gennaio ma a quanto pare non c’erano elementi adatti al progetto Napoli. È stato acquistato solo Vargas pagato la bellezza di undici milioni. È stato un investimento per il futuro ma il cileno è diventato per forza di cose il capro espiatorio ogni qualvolta che si è perso. Forse l’errore del tecnico toscano è stato quello di non aver chiesto alla dirigenza di posticipare l’arrivo a giugno ingaggiando così un altro mediano e magari un esterno sinistro di ruolo capace di sostituire nel migliore dei modi Dossena. Chissà, forse l’avrà anche fatto ma non è stato ascoltato. Sarà anche una frase fatta, ma adesso si deve guardare avanti. C’è da preparare una difficile trasferta che potrebbe essere fondamentale per il rilancio del Napoli. Massimo rispetto per il Lecce, avrà fatto anche un colpaccio straordinario a Catania ma gli azzurri non possono assolutamente temerlo. Troveranno un’avversaria agguerrita che tenterà a tutti i costi di vincere. Cosmi sa bene, però, che se si scopre molto rischia di prenderle sonoramente da Mazzarri. Il ciuccio sarà anche ferito ma non è morto. Dopo tre sconfitte consecutive serve una prova d’orgoglio e Cavani e compagni ce ne hanno da vendere. Il ko con l’Atalanta ha lasciato il segno, mai erano stati fischiati così tanto. I tifosi si aspettano una reazione e l’occasione contro i salentini è propizia e non va sprecata. Anche perché un’altra scoppola, la quarta di fila, potrebbe riservare delle brutte sorprese.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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