Non si chiama ancora Salernitana, non ha i colori granata nè lo stemma dell’ippocampo ma una cosa è certa: la Salerno calcistica torna nel calcio che conta e chi sa che, nel giro di un paio di mesi, il salto non diventi addirittura doppio (riforma dei campionati permettendo). Per il momento il popolo salernitano si accontenta di ciò che passa il convento: il Salerno Calcio del duo Lotito-Mezzaroma ha conquistato la Lega Pro e ha lasciato l’inferno della serie D dal quale si era ricominciato dopo l’uscita di scena della Salernitana Calcio.
Il Monterotondo, avversario di turno, ha fatto la sua parte ma si è dovuto arrendere alla qualità degli avversari spinti dal sostegno dei diecimila e più tifosi (10.888 per la precisione) presenti allo stadio Arechi con indosso abbigliamenti rigorosamente di colore granata.
Al Marino del napoletano Antonio Esposito, imprenditore nel settore della telefonia, degno avversario dei blaugrana e sconfitto a sua volta a Pomigliano nell’ultima sfida stagionale, non è restato altro da fare che accettare il verdetto del campo.
Nè poteva essere altrimenti. La corazzata allenata da Perrone ha dominato in lungo e in largo il campionato, distraendosi solo nella parte finale della stagione a causa anche, probabilmente, della stanchezza accusata da alcuni dei suoi giocatori «importanti». Ma questa squadra, costruita in fretta ad agosto scorso, non poteva gettare via il campionato. Anche se, all’ultima giornata, il vantaggio di sette punti sul Marino si era ridotto a una sola lunghezza, gente come Biancolino, Montervino, Mounard, Giubilato, Caputo e De Cesare non poteva venir meno.
E così, la pratica Monterotondo è stata subito archiviata, davanti agli occhi di Claudio Lotito che ha preferito essere presente allo stadio Arechi anzichè seguire la Lazio a Bergamo. Nemmeno 120 secondi di gioco e Biancolino era già a quota 19 gol stagionali. Vincente la deviazione aerea sottoporta del «Pitone» su assist di Caputo. Perrone, il tecnico alla seconda promozione in carriera, aveva avuto molto coraggio nel lasciare fuori dall’undici iniziale l’esperto Mounard, sacrificato in quanto tra i pali meritava la conferma Iannarilli e, quindi, per la regola degli under uno dei quattro «tenori» doveva per forza essere escluso. Dall’altra parte, Pochesci aveva imbottito il centrocampo schierando una difesa a 3 e una mediana con cinque elementi pronti a sostenere, in fase offensiva, il duo Ascenzi-Tozzi.
Sbloccato subito il risultato, il Salerno ha cercato anche di chiudere presto la partita. Sembrava fatta, quando poco dopo la mezzora di gioco, sempre Biancolino, dopo aver «scippato» il pallone dai piedi di De Cesare, ha mandato il pallone sotto la traversa.
Ventesimo sigillo stagionale per il «Pitone» che ha intascato anche il regalo promessogli da Lotito al raggiungimento della cifra. Realizzato il raddoppio, i blaugrana hanno allentato un po’ la pressione e il Monterotondo ne ha aprofittato riaprendo la partita con Tozzi. Contemporaneamente, però, da Pomigliano arrivavano buone notizie, il Marino era sotto di un gol quindi il Salerno non è andato in ansia riuscendo a gestire alla meglio il vantaggio e chiudendo nella ripresa la partita proprio con il salernitano doc De Cesare, 40 anni già compiuti. Gara e campionato finito e via alla festa alla quale, dalla tribuna, si è precipitato subito a partecipare Lotito accompagnato dal cognato Marco Mezzaroma.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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