La Salernitana ritrova dopo un anno nome, colori (granata) e simbolo (l’ippocampo). Ma il ritorno nel calcio professionistico viene macchiato da una sconfitta che ha del clamoroso se non altro per quanto la squadra granata aveva fatto vedere nei primi 45’.
La Salernitana stecca la prima e deve farsi anche un esame di coscienza prima di prendersela con il direttore di gara, il romano Martinelli. Perchè se è vero che le azioni che hanno causato la svolta dell’incontro lasciano più di un dubbio, non si può negare che la Salernitana scesa in campo nella ripresa è stata la fotocopia sbiadita di quella ammirata e vincente della prima parte della gara. Il doppio vantaggio granata con il quale si era andato al riposo, era sembrato anche un premio per l’avversario. Baricentro alto, granata aggressivi non solo sui portatori di palla in modo da impedire ripartenze e soprattutto quel gioco lungo le fasce che il tecnico locale Galderisi temeva. E poi due «perle» che avevano fissato il punteggio sul 2-0. La prima dopo appena 5’: Gustavo, brasiliano classe ’90, sinistro vellutato a girare da oltre 20 metri con pallone che s’infila nell’angolino opposto. Un capolavoro. Il raddoppio (41’) con un’incornata dell’esperto Ginestra su assist di Cristiano Rossi, un ’93. Salernitana schierata con difesa a 4, una mediana muscolare e maratoneta e un tridente di piedi fatati capace di supportare e innescare la punta avanzata, Ginestra.
Nella ripresa la Salernitana rimane con la testa nello spogliatoio. Squadra allungata e a corto di fiato. Gli abruzzesi prendono coraggio sistemandosi quasi stabilmente nei pressi dell’area di rigore dei campani. Galderisi fa bene a togliere dalla mischia uno stremato Gustavo ma lo sostituisce con Luciani, più votato alla fase difensiva e così la Salernitana arretra ancora di più. Dal 23’ inizia a metterci del suo il direttore di gara, unitamente all’ingenuità di alcuni giocatori granata. Martinelli concede prima un rigore agli ospiti che, anche dalle immagini televisive, è apparso un regalo: è il volpone Colussi, un ex, a cercare la gamba di Tuia per poi cadere in piena area. Impeccabile la trasformazione di Improta, cresciuto nelle giovanili granata. Lo stesso Tuia, 4’ dopo, placca vistosamente Colussi. È ultimo uomo, il rosso è giusto. Ancora più ingenuo Rinaldi alla mezzora: Martinelli gli fischia un fallo a favore, lui, già ammonito, vorrebbe il giallo per l’avversario. Automatico, con le regole di oggi, il cartellino a chi invoca l’ammonizione per l’avversario. Essendo il secondo per Rinaldi, automatico anche il rosso. Salernitana in nove. Gli abruzzesi ne approfittano subito (34’): angolo di Carcione, altro ex, sponda aerea di Infantino e zuccata vincente di Pomante. L’Aquila non si getta a capofitto alla ricerca della vittoria ma addormenta la gara. La Salernitana riesce a farsi viva in area avversaria e su una girata a volo di Ginestra il pallone finisce su una mano di Mucciante. Il tocco c’è ed è evidente. Si continua a giocare e L’Aquila, in contropiede, trova il gol vittoria con Infantino.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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