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Sacchi ai tecnici delle giovanili: “Puntare ad un calcio moderno”

Implementare la collaborazione tecnica tra le Nazionali Giovanili ed i club professionistici, favorire la formazione continua dei tecnici, pianificare lo sviluppo e la crescita del calcio giovanile d’elite anche attraverso un confronto con i modelli europei: questi gli aspetti principali affrontati nel corso dell’incontro tra il Club Italia della Figc e gli allenatori delle squadre Primavera e Allievi dei club di A e B svoltosi oggi al Centro Tecnico Federale di Coverciano. All’iniziativa, suddivisa tra una lezione in aula ed una serie di esercitazioni in campo, sono intervenuti il coordinatore delle Nazionali Giovanili Arrigo Sacchi e il suo vice Maurizio Viscidi, il tecnico della Nazionale Under 21 Devis Mangia e il suo collega della Under 21 svizzera Pierluigi Tami, chiamato per favorire un confronto sui metodi di lavoro nei paesi d’elite europei. Presenti, inoltre, il Presidente del Settore Giovanile e Scolastico Gianni Rivera, il Vice Presidente del Settore Tecnico Enrico Demarchi, il segretario del Cub Italia Mauro Vladovich, tutti gli staff tecnici delle Nazionali Giovanili dalla Under 15 alla Under 21 (tranne quello dell’Under 17 impegnato domani a Gradisca per il test con la Slovenia), i tecnici di 40 club su 42.Tami, un passato da calciatore nella Serie A elvetica e una carriera da tecnico prima nei club e poi dal 2003 nella federazione con un 2° posto all’ultimo europeo Under 21, ha illustrato il modello svizzero: “Quando ho iniziato a giocare per noi il calcio era una sorta di dopolavoro, oggi invece abbiamo fatto passi da gigante, nella struttura dei campionati professionistici, ma soprattutto nella formazione dei giovani calciatori e degli allenatori, perché le due strade vanno di pari passo. Il lavoro della nostra Federazione, che contribuisce finanziariamente in gran parte della formazione dei giovani, si sviluppa attraverso corsi costanti di aggiornamento per i tecnici, incontri con i club e stage dei tecnici federali presso le società, perché è impensabile far crescere le selezioni nazionali senza una forte cooperazione con i club”. Il modello elvetico è basato su tre fasce di categorie (il calcio per bambini fino ai 13 anni, la preformazione dai 13 ai 15 e la formazione dai 15 ai 21 anni) e un ruolo importante è assegnato ai centri di pre-formazione, uno in ciascuna area linguistica. Dal canto suo Mangia ha poi analizzato, con il contributo di alcuni filmati, il lavoro effettuato con l’Under 21 dall’estate scorsa, dopo essere subentrato a Ciro Ferrara, mettendo in risalto le caratteristiche di una squadra che cerca di affermarsi attraverso il gioco, come è accaduto nel vincente spareggio contro la Svezia che ha aperto agli Azzurrini le porte delle finali continentali 2013.A Sacchi il compito di concludere la prima parte dell’incontro: “Senza un vero ricambio generazionale, il calcio rischia di scomparire, eppure in Italia non si investe in maniera adeguata sui giovani. Negli ultimi anni stiamo lavorando, ma c’è ancora molto da fare: dobbiamo investire nel Settore Tecnico e nella formazione degli allenatori; aumentare i corsi di aggiornamento; pianificare la crescita dei calciatori attraverso l’avvio di Accademie, che permettano di lavorare il doppio rispetto a quanto accade oggi, e di Centri tecnici federali; frenare l’invasione di calciatori stranieri, che tra l’altro è in controtendenza rispetto al resto d’Europa e sul fronte dei giovani è ancora più deprecabile dal punto di vista umano e sociale”. Oltre all’accenno alle Squadre Riserve (“abbiamo riformato l’età del campionato Primavera senza però creare come in Europa le seconde squadre”), Sacchi è poi tornato sulla filosofia del lavoro tecnico: “In Italia il calcio continua ad essere individualistico, specialistico e difensivo, ma dobbiamo cambiare. Basta guardare alla Spagna, che vince anche a livello giovanile mettendo insieme la tecnica individuale e quella collettiva, perché la vittoria è la conseguenza del gioco. Il calcio totale di oggi è fatto da squadre che hanno undici calciatori che si muovono come fossero uno solo, tutti in posizione attiva, attraverso il corretto posizionamento in campo e una giusta connessione”. “Per questo – ha concluso Sacchi – abbiamo assolutamente bisogno di voi per sviluppare in profondità un calcio moderno, che parta dalla nostra tradizione e la ampli anche guardando allo scenario internazionale”.

Fonte: figc.it

La Redazione

P.S.

Poco dopo le 15, via alle esercitazioni in campo: la prima è stata curata da Tami e la seconda da Mangia, con la partecipazione di calciatori delle giovanili della Fiorentina. Al termine del lavoro sul campo, è proseguito il dibattito con i tecnici intervenuti.

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