Non un accenno, non una parola. Di scuse neanche a parlarne. De Laurentiis, che bene avrebbe fatto a mortificarsi con i tifosi e con gli atleti per le condizioni del campo di gara del San Paolo, da tutti gentilmente definito un campo di patate, è intervenuto sul tema, dopo molte ore, solo per dire che sua è la responsabilità, non la colpa (essendo quest’ultima del virus che ha bruciato l’erba) e per polemizzare marginalmente con il sindaco de Magistris. Il quale sindaco, prevedendo la valanga di polemiche e di accuse che gli sarebbe arrivata addosso, ha anticipato tutti precisando, con un cinguettio su Twitter, che la colpa non era del Comune ma della società azzurra. “Precisazione inutile, poteva risparmiarsela”, ha commentato risentito il presidente a Radio Anch’io Sport. E invece no. Questa volta il sindaco ha fatto non bene, ma benissimo. E la conferma viene da quanto ha dichiarato Mazzarri ai microfoni di Sky subito dopo la partita. “Così com’è – ha detto – questo campo è pericoloso”. Poi ha aggiunto: “Non so di chi sia la responsabilità, ma è stato un brutto spettacolo”. Ecco. E se non lo sa Mazzarri di chi è la responsabilità, figuriamoci tutti gli altri. Dunque, la precisazione del sindaco non è stata inutile. Quella responsabilità non è dubbia, indefinita o da accertare. Quella responsabilità è della società calcio Napoli che, per accordi con il Comune, deve provvedere a curare l’erba del campo. Proviamo ora a rovesciare le parti. Cosa avrebbe detto De Laurentis se la responsabilità della manutenzione fosse stata del Comune o di chiunque altro? In quale modo avrebbe esternato il suo disappunto? Avrebbe usato un linguaggio da grillino o avrebbe usato il suo? E in questo caso contro chi avrebbe lanciato i suoi strali? E se dopo quindici giorni dai primi trionfalistici annunci sull’erba che, grazie a investimenti straordinari, cominciava a ricrescere avesse constatato che le condizioni del campo erano in realtà peggiorate e non migliorate, cosa avrebbe fatto e detto il presidente De Laurentis? Bene quello che avrebbe detto in quel caso lo dica ora a se stesso. E intanto che l’erba cresce, c’è sempre tempo per chiedere scusa. Del resto, in tempi non remoti, quando un sorteggio è stato avverso al Napoli, il patron non se l’è presa con la pallina nel bussolotto, ma con chi avrebbe dovuto prevedere e provvedere. Inoltre, è bene che si sappia che a Pechino, alla vigilia della Supercoppa, De Laurentiis, dopo aver visionato il campo di allenamento assegnato al Napoli, chiese perentoriamente di cambiarlo. La ragione? Le cattive condizioni dell’erba. E si badi: in Cina si parlava di erba e non di sabbia.
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