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S. Paolo set-garçonnière: prosegue l’indagine del Comune

La Prefettura giudica apprezzabile il lavoro svolto da Palazzo S. Giacomo

Non solo un set cinematografico e un parco dell’amore, con tanto di garçonnière per gli sposini. Il San Paolo era stato trasformato evidentemente anche in un centro d’eccellenza per l’artigianato, se è vero che all’interno dell’arena di Fuorigrotta è stato trovato perfino un banchetto da calzolaio. È soltanto l’ultima scoperta dell’indagine avviata dal Comune sullo stadio partenopeo, che ha portato alla rimozione di 50 persone, tra cui soci cooperatori, lsu, dipendenti di Palazzo San Giacomo e addetti di Napoliservizi. Un’organizzazione efficientissima che ha utilizzato un bene pubblico – lo stadio – per scopi privati – intascare mazzette: la struttura veniva subaffittata a lauto prezzo per matrimoni, comunioni e feste e c’era perfino un’alcova (con letto rosa) destinata alla prima notte di nozze degli sposi. Una truffa ai danni del Comune che è andata avanti fino a metà maggio, quando la denuncia dell’assessore allo Sport Pina Tommasielli ha messo fine alla pacchia per i cinquanta furbetti. Il dossier dell’assessore finirà presto sul tavolo della Procura, ma intanto l’intervento di Palazzo San Giacomo è stato molto apprezzato dalla Prefettura, guidata da Andrea De Martino: la questione degli accessi facili al San Paolo è stata più volte affrontata dalle forze dell’ordine e dai vertici del Napoli, ma l’impegno di polizia, carabinieri e addetti della security della società sportiva non è finora bastato ad arginare il fiume di violenti, truffatori e “portoghesi” che riescono a introdursi nell’impianto colabrodo.
Ma come funziona il business dei servizi fotografici al San Paolo? Abbiamo provato a chiederlo a qualcuno dei tanti fotografi professionisti che si occupano di cerimonie a Napoli e in provincia (e di cui non faremo i nomi). Basta una semplice ricerca su Google per imbattersi in una miriade di siti specializzati, che mettono in bella mostra immagini di sposini scattate sul prato o sugli spalti dello stadio. Non tutti vogliono parlare, ma di fronte alle foto pubblicate sul web non possono negare l’evidenza. «Ci ho lavorato una sola volta – spiega un fotografo – ma è lo sposo che si è interessato di tutto. Era un calciatore, non del Napoli, pensò a tutto lui, io non ho avuto alcun contatto con gli addetti dell’impianto. Ricordo però che non ci fecero salire sul prato». Un suo collega ammette invece che per lui i matrimoni al San Paolo sono all’ordine del giorno: «Entrare allo stadio? È la cosa più semplice del mondo: basta conoscere gli steward», sottolinea, ma subito dopo ci tiene a precisare di non aver mai pagato mazzette per accedere alla struttura di Fuorigrotta. «Di solito è gratis – continua – e comunque io non ho mai pagato un euro, tranne, ovviamente, che per il parcheggiatore abusivo all’esterno dello stadio». Certo è che il San Paolo non è uno scenario molto amato dai professionisti dello scatto: «Non mi piace lavorare lì, non c’è niente di bello da riprendere – spiega un altro fotografo – ci vado solo se gli sposi insistono».
Intanto, gli aspetti, diciamo così, più folkloristici dello scandalo del San Paolo sono diventati oggetto di ironia e battute su Radio Marte, dove il conduttore Gianni Simioli ha coinvolto gli ascoltatori nella creazione di una sorta di Kamasutra calcistico, chiedendo loro di inventare nuove posizioni amatorie ispirate ai movimenti e alle regole di quello che resta comunque il gioco più bello del mondo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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