Quando il calcio italiano riaprì le frontiere, fu il primo calciatore straniero del Napoli. Era il 1980 e Juliano, dg del club azzurro, ingaggiò Ruud Krol che stava spendendo gli ultimi anni della propria carriera in Canada, al Vancouver. Krol a Napoli rifiorì, diventò il leader della squadra. «Il primo anno fu memorabile – ricorda Krol che oggi allena in Tunisia dove ha condotto lo Sfax al titolo – con Marchesi allenatore trovammo subito la giusta sintonia. Giocavamo in contropiede ma facevamo paura a tutti».
Krol era l’unico straniero e riuscì a fare la differenza.
«Oggi invece in molte società accade il contrario, che cioè i calciatori stranieri sono la maggioranza in una squadra. Per me è sbagliato: si deve imporre comunque un limite per chi viene da un altro Paese. L’alternativa all’invasione è ovviamente una sola: curare i propri settori giovanili e far crescere in casa i giocatori del futuro. In Europa, il Barcellona è stato tra i primi club a seguire questa strada e i risultati sono stati più che confortanti».
Veniamo al Napoli, ha perso Cavani e l’ha sostituito con Higuain.
«Cavani ha dimostrato nella sua permanenza napoletana di essere un attaccante straordinario, le sue stagioni con la maglia azzurra sono state fantastiche, soprattutto le ultime due. Perdere un campione del genere è stato un brutto colpo anche se il valore di Higuain non si discute. Non so se l’argentino potrà arrivare ai livelli del Matador, lo spero per il bene del Napoli: bisognerà vedere quale impronta Benitez darà al suo gioco e come si troveranno i calciatori nell’assimilare il nuovo modulo».
Sono stranieri anche i due portieri, Reina e Rafael.
«Per Reina parlano i risultati e le vittorie ottenute, è un grande portiere. Il brasiliano è giovane, potenzialmente molto forte, crescerà sicuramente se farà valere le sue qualità».
È arrivato Mertens, che gioca trequartista.
«Una cosa mi ha convinto poco: è stato pagato tanto. È un buon giocatore ma bisogna dargli il tempo per cambiare le sue abitudini. Sarà importante la fiducia: ricordo che quando arrivai a Napoli dovetti far fronte a parecchi problemi, primo tra tutti la lingua perché non riuscivo in campo a farmi capire dai compagni di squadra. Però ho giocato sempre bene perché non venne mai meno la fiducia di tutti. Il ruolo di Mertens? Per me è perfetto da ala sinistra in un 4-2-3-1, in questa posizione quando era al Bruges ha fatto cose fantastiche. Non è velocissimo ma ha un buon piede e un gran tiro».
Albiol e Callejon?
«Il fatto che siano arrivati da un club come il Real Madrid è una garanzia, vediamo quanto impiegheranno per ”capire” il calcio italiano».
Questo Napoli è da scudetto?
«Sarà sicuramente competitivo e poi il mercato non è ancora finito».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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