Ruotolo: “Il Sorrento è nato per la serie B”

L’allenatore fa un primo bilancio a un mese dal suo arrivo

Dalla serie A sulla panchina del Livorno, tre anni fa, alla Prima divisione col Sorrento passando per un’esperienza senza gloria a Savona. «Ma non è assolutamente un passo indietro». A 44 anni, dopo una carriera da mediano con le maglie di Genoa e Livorno, Gennaro Ruotolo è ripartito da Sorrento «con tutto l’entusiasmo del giovane allenatore che vuole valorizzare quanto ha imparato da calciatore nelle categorie superiori». Il patto con il patron Mario Gambardella di metà dicembre, è chiaro: «Centrare i playoff, la squadra è stata allestita per l’obiettivo della B».
Tanti allenatori nei 24 anni della sua vita di calciatore, due hanno lasciato il segno. «Ho fatto le cose migliori nel Genoa con Scoglio che ci portò in A e con Bagnoli nella stagione che ci regalò un posto Uefa. Di Scoglio e Bagnoli, più che i moduli, mi è rimasto dentro l’atteggiamento per trasferire una mentalità positiva: le prestazioni di una squadra dipendono prima di tutto dalla testa».
Da allenatore Ruotolo ha ottenuto già un salto in A a Livorno, guidando la squadra nei playoff per volontà del patron Spinelli, dopo avere fatto per la stagione il vice di Acori. «Oggi – spiega – mi sono calato con umiltà nella realtà della Prima divisione in cui si gioca un calcio basato sull’agonismo, senza pensare al mio passato di calciatore o allenatore». Ed è ripartito con una mini striscia di risultati utili, un pari e due vittorie per il rientro nella zona playoff. «Ma – ribatte Ruotolo – non abbiamo fatto ancora niente di decisivo. Domenica, in casa col Como, c’è un altro test importante. È cambiata la mia vita da quando ho deciso di restare nel mondo del calcio. Da giocatore tutto finiva dopo il fischio. Ora sono tutto assorbito 24 ore al giorno dalle responsabilità».
Da mediano non sfigurò nei duelli con Diego Maradona, sfiorò la maglia del Napoli, meritò il debutto nella nazionale italiana. «Oggi – spiega – penso a fare bene in panchina di partita in partita con la stessa grinta di ieri. So che nel calcio le fortune dipendono, prima di tutto, dai risultati ma cerco anche di guardare oltre: i risultati arrivano solo con gli allenamenti e il gioco. Al di là degli schemi, voglio dalla squadra allenamenti intensi per memorizzare certi atteggiamenti da tenere in campo. Chiedo movimenti senza palla, azioni con la maggiore velocità possibile. Solo la corsa e la rapidità, aggiunte alla tecnica, possono consentire un salto di qualità».
Da mediano ha vinto due campionati di C2 a distanza di 24 anni. «Ma – conclude Ruotolo – sarebbe più bello vincere i playoff alla guida della squadra: una sfida stimolante per me e i giocatori».

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

P.S.

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