Ospite ieri sul canale YouTube ufficiale di Zico, Ronaldo si è raccontato in una conversazione tra leggende verdeoro ripercorrendo alcuni momenti particolari della sua carriera. Il Fenomeno parte dall’esperienza vissuta al Real Madrid e di quanto ricordi con passione gli anni dei famosi galacticos: “Quel periodo fu incredibile. Mi sono divertito tantissimo, anche perché potevo ammirare l’eleganza di Zidane in allenamento: gli vedevi fare cose che in partita magari non provava. Stavamo bene sia dentro che fuori dal campo, ma c’era tanta pressione legata alla storia dei galacticos. Forse più di quanto fosse necessario, come se essere al Real Madrid non fosse abbastanza”.
Dopo aver individuato in Guti l’uomo che lo ha stupito di più tra tutti quei compagni fuori dal comune – “Aveva una visione di gioco incredibile, se c’era uno spazio disponibile eri sicuro che ti avrebbe servito. Era uno dei più talentuosi in quel gruppo” – Ronaldo analizza quanta differenza ci sia nel calcio attuale rispetto al suo periodo di attività: “Oggi devi essere molto più competitivo. Si può facilmente notare un dominio di Barcellona e Real Madrid, sono molto più avanti rispetto agli avversari”.
Spazio anche per un curioso aneddoto della sua infanzia, in cui svela di aver ricoperto anche il ruolo di portiere: “Sono andato a fare un provino di futsal nel Valqueire, ma c’era tanta concorrenza. Eravamo circa 50 bambini e c’era un sovraffollamento sulla fascia sinistra, dove preferivo giocare. In generale c’era gente ovunque in campo e allora vidi che come portiere provavano solo in tre, quindi decisi di fare il mio provino tra i pali. Fui scelto superando il test, ma al primo allenamento ho cambiato ruolo e ovviamente non sono più tornato indietro”.
Ancora un estratto del suo passato brasiliano, che lo ha visto ad un passo da un inizio di carriera al Flamengo, salvo dover rinunciare al suo sogno per motivi economici: “Prima di andare al São Cristovão sono andato a fare un provino con il Flamengo. Avevo 10 anni e superai il primo test, sono tornato al secondo e ad organizzarlo era Cantarelli, avevamo 3 o 4 minuti per dimostrargli qualcosa. Mi ha visto e mi ha scelto, ma vivevo a Bento Ribeiro. Per arrivare all’allenamento dovevo prendere due autobus e altri due per tornare. La terza volta che sono andato, mia madre mi ha detto che avrei finito per spendere tutto il patrimonio. A quel punto sono andato a São Cristovão perché c’era da prendere un solo treno e sono entrato nel club. E’ stato un peccato perché il mio grande sogno era giocare per il Flamengo. Non li ho mai incolpati per questo: c’erano molti bambini, come potevano offrirmi un aiuto per muovermi senza essere ancora tesserato?”.
In chiusura dopo un salto in avanti fino ai tempi del PSV – “Quando arrivai in Olanda cambiai sensibilmente la mia dieta e questo influì sul mio fisico. Pesavo 78 kg, mentre nella successiva esperienza al Barcellona ero già aumentato fino a 82. Avevo raggiunto l’apice della mia condizione atletica” – Ronaldo dà il suo personale consiglio alle nuove generazioni su come impostare la propria mentalità: “Non mi importava di nulla che non fosse la vittoria finale, i giovani devono capire che è a questo che bisogna dedicare tutti i propri sforzi. Soprattutto quando subisci un brutto infortunio, perché se trovi le motivazioni giuste ne esci rinforzato. Quando all’Inter dovetti affrontare il primo stop serio, trovai dentro di me forze che non pensavo di avere”.
Fonte: gianlucadimarzio.com
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