Allora il problema non sono solo le curve. Se fuori dall’Olimpico erano stati esposti due striscioni di protesta («Meglio una curva chiusa che una curva ammaestrata» e «Bossi, Maroni e Salvini, quando la discriminazione regala quattrini…»), dentro si sono sentiti gli stessi cori che alla Roma dopo la gara con il Napoli del 5 febbraio sono costati due giornate di squalifica delle curve stesse, anche senza tifosi in Sud e in Nord. Solita musica, stavolta dai distinti Sud: «Oh Vesuvio, lavali col fuoco» e «Odio Napoli» quasi a voler sfidare Giudice sportivo, Corte di Giustizia federale e Alta Corte del Coni, che sabato sera aveva rigettato l’urgenza del club per riaprire le curve per la partita di ieri. Hanno iniziato i distinti, subito applauditi dalla tribuna Monte Mario. Dopo il gol del vantaggio di Destro anche una parte della stessa tribuna si è unita al coro. Se in passato la Monte Mario, con altri applausi, contribuiva a «oscurare» i cori delle curve, stavolta ha fatto da cassa di risonanza. Non è tutto: se, come prevedibile, i tre ispettori della Procura federale (due sotto le curve, uno tra le panchine) avranno segnalato i cori, rischiano grosso anche i Distinti e la Monte Mario, anticamera della chiusura dell’intero stadio.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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