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Roma, Petrachi: “Per il club è l’anno zero. Higuain è perfetto per noi, ci stiamo lavorando. Barella? Vi spiego…”

Il ds della Roma ha parlato in conferenza stampa

Gianluca Petrachi, direttore sportivo della Roma, ha parlato nella conferenza stampa di presentazione toccando vari temi, anche di mercato: “Sono molto onorato di essere arrivato qui alla Roma, voglio ringraziare tutto il popolo granata che mi ha sostenuto in questi dieci anni di lavoro. Ci tenevo a farlo perché da oggi per me parte una nuova sfida ed ho l’ambizione di poter far bene“.

Quali sono le sue prime impressioni dell’ambiente Roma?
Il centro sportivo lo conoscevo già perché una delle mie primissime trattative quando ero ds del Pisa le ho fatte qui a Trigoria. È un ambiente che già conosco, si sta rifacendo il look e credo che dia la dimensione di questa società“.

Come vi rapporterete in questa fase di calciomercato con mister Fonseca?
Io sono stato molto colpito da Paulo Fonseca. Lo seguivo negli ultimi anni perché c’era un giocatore dello Shakhtar che volevo portare a Torino e ho visto giocare lo Shakhtar. In queste tre partite ho avuto la dimensione dell’allenatore: si vedeva una squadra corta, aggressiva, recupero di palla immediato. Una mentalità che adoro e amo. Siccome ho fatto il calciatore, seppur non di grandissimo prestigio, ma con qualche presenza in Serie A, ma se avessi avuto un allenatore come Fonseca la mia carriera poteva essere diversa. E’ un allenatore che dà dettami tattici precisi senza essere integralista, uno elastico e molto attento ai giocatori che ha e questa voglia e determinazione mi ha stregato. Credo che Fonseca possa dare a tutti i tifosi della Roma un’identità ben precisa di come la squadra giochi la domenica. Mi auguro che la gente dalle prime partite capirà ciò che sto dicendo. Ci vorrà tempo, non sarà facile, però sono molto ottimista in Fonseca. Abbiamo idee chiare, ci confrontiamo spesso e abbiamo le stesse idee di calcio e questo è fondamentale in un rapporto tra allenatore e direttore affinché tutto possa funzionare bene“.

Quali sono le strategie di mercato per alzare l’asticella?
Bisogna essere realisti. Questo è l’anno zero per la Roma, un club che deve ripartire con dei valori e con la consapevolezza di avere giocatori con qualità morali. Niente giocatori con la pancia piena, che vengono qui solo per soldi, scelgo uomini e non giocatori. Per alzare il livello serve questo tipo di calciatori, leggo pseudo rifiuti. Roma non è una succursale, chi arriva deve averne la voglia. Guardate Spinazzola, il suo entusiasmo col quale si è presentato. Serve gente con voglia ed entusiasmo che gli scorsi anni è venuto meno. Il tifoso si deve identificare nella squadra, è questo il mio messaggio che darò allo spogliatoio“.

Capitolo centravanti, cosa faranno Dzeko e Schick in futuro?
Non accettiamo ricatti, non trattengo nessuno con la forza. Allo stesso tempo non mi piace essere preso con la gola. Non mi piace sapere che un mio giocatore abbia preso accordi con un’altra società che già di per sé è scorretto. Non è il padrone in questa casa, la Roma non si farà strozzare da nessuno. Cercheremo di fare le migliori scelte, le prime soluzioni trovate hanno un senso logico. Abbiamo preso Diawara, un giocatore che rappresenta un profilo giusto con voglia ed entusiasmo. Ieri mi ha chiamato dicendomi che è disposto a non fare neanche un giorno di vacanza per cominciare con la Roma. È questa la caratteristica che cerco nei miei giocatori“.

Higuain è un profilo adatto?
Chi discute Higuain è un pazzo, è logico che possa fare comodo a questa Roma se partisse Dzeko. Deve essere il primo a crederci qualora si aprisse qualcosa con la Juve. Sto lavorando per portare questo tipo di giocatori, cerco motivazioni anche in questo tipo di campioni. Per ritrovare il vero Higuain serve la Roma, potrebbe ripercorrere le orme del suo connazionale Batistuta, ma queste sono cose di mercato che vanno valutate più avanti. Mi piace pensare però che Dzeko sia l’attaccante della Roma, che venga in ritiro con la consapevolezza che qui le cose stanno cambiando. Se vuole andare via, all’Inter, serve un’offerta adeguata“.

Su Barella e il budget di mercato?
Non sono abituato a lavorare con un budget. Dobbiamo lavorare con giovani che hanno voglia, ci sarà da aspettare qualcuno con pazienza e consapevolezza. Oggi ho dato qualche parametro su giocatori che vorrei prendere e nessuno mi ha mai detto di no, anzi. Tutto ciò che faccio è condividere con gli allenatori l’ingaggio di un giocatore. Sto lavorando oggi stesso per chiudere e ingaggiare un giocatore. Su Barella sono state dette tante inesattezze. Il giocatore era molto contento di venire alla Roma, dopo un accordo precedente tra le due società. Tra l’intermezzo dopo l’addio di Monchi si è persa per strada le ipotesi di mercato e si è perso tempo. Si è inserita l’Inter, ha fatto la sua proposta al Cagliari e al giocatore. Conte ha chiamato il giocatore, su questo il mister è molto bravo. Non riteneva la Roma al livello dell’Inter, ci sta che abbia scelto la metà della Champions. Non ho mai chiamato Barella, ma ha scelto l’Inter. O Barella chiama Petrachi che ci ripensa, a quel punto si può parlare, ma per me oggi è un capitolo chiuso, perché strappare anche in modo così forzato di portare dentro un giocatore che ha dentro altre ambizioni significa sbagliare. Col dio denaro non si comprano giocatori, deve avere motivazioni di venire alla Roma“.

Si discute molto della figura di Baldini, ha parlato col consulente?
Sono stato contattato da Franco Baldini, rimane un consulente del presidente e come tale gli ha proposto dei direttori sportivi. Credo abbia stima del sottoscritto, a lui e al presidente sono stato chiaro. Non transigo su un discorso di scelte, condivise da un punto di vista economico se posso o non posso fare un investimento. Per quanto riguarda la scelta tecnica resta mia e di responsabilità mia. Col presidente Cairo, al dì là delle ultime discrepanze, non mi ha mai imposto nulla. Non sarà Franco Baldini a dirmi cosa devo fare o a condizionarmi. Ho posto le mie condizioni, Baldini può essere una risorsa, sa le mie difficoltà e problematiche“.

Ha parlato con Zaniolo di rinnovo? Ha entusiasmo nel rimanere?
Ha fatto un finale di campionato non all’altezza delle sue possibilità. Credo sia già uscito dai parametri di un giovane. Tutti quelli che devono parlare di rinnovo saranno visti in un altro momento. La società vuole adeguargli il contratto, lo vuole portare a cifre da giocatore importante. Ma qui si tende a far diventare dei miti chi ha sole 15 presenze in Serie A. Mi piacciono le cose concrete, ma serve umiltà e lavoro per diventare un top. Dobbiamo farlo restare coi piedi per terra, a questa età si fa presto a perdere la testa. Nell’ultimo periodo ha smarrito un po’ di questi concetti e la prima chiacchierata che farò con lui gli farò capire dove migliorare e che ancora non ha fatto nulla“.

Lei viene qui per vincere scudetti di bilanci o qualche trofeo?
L’ambizione fa parte della mia vita e le sfide mi appassionano. In tanti mi hanno chiesto chi me lo facesse fare a venire qui, gli ho risposto che questo vale il prezzo della vita professionale. Cercherò in tutti i modi di raggiungere obiettivi importanti. Non posso dire che alzerò un trofeo, bisogna ricostruire e mettere delle fondamenta per rendere questa squadra vincente. Sono concreto, voglio i fatti, non faccio proclami. Al momento c’è solo da lavorare“.

C’è un intoccabile in questa Roma? Vicenda El Shaarawy rinnovo o cessione?
Il mister mi ha dato delle indicazioni che ovviamente non svelerò. Ci sono dei giocatori su cui puntiamo. El Shaarawy mi piacerebbe restasse, ho sentito l’entourage, da parte della società c’è la volontà di rinnovare il contratto. Qui però bisogna capire che non possiamo strafare, a tutto c’è un limite. Merita un buon rinnovo, ma non posso competere con i soldi della Cina. Se vuole rimanere posso accontentarlo, ma se vuole andare perché lì gli danno più soldi non trattengo nessuno“.

Ci spiega cosa ha trovato Conte all’Inter che non c’è qui a Roma?
Antonio lo conosco da più di trent’anni. Vuole vincere immediatamente, è entrato in una dimensione che il secondo posto è una sconfitta. Ha visto l’Inter come una squadra che ha qualcosa in più per l’organico e per ambire allo scudetto. Sicuramente qualche piccola ragione ce l’avrà, magari sul fatto che qui bisogna un po’ ricostruire i perni sul quale improntare le prossime stagioni, però gli ho detto che vincere la sfida a Roma poteva valere i cinque scudetti alla Juve o all’Inter. Non sono stato lì a pregarlo o a convincerlo, ho cercato di fargli capire che potevamo tornare a correre insieme. Sono stato il primo a credere in lui, gli ho dato una prima panchina. Ma Antonio non guarda in faccia nessuno quando si tratta di vincere. Per come sono passionale e professionale, voglio respirare il popolo, abitare in centro, per dare ai giocatori il senso di questo club. Il fatto che Antonio abbia fatto altre scelte mi è dispiaciuto, ma Fonseca può essere una bella sorpresa, è una scelta che mi dà tanta forza“.

Ha parlato con Totti in questi mesi? Esistono delle possibilità per il ritorno di Strootman?
Mi è dispiaciuto per Totti, rimane il simbolo di questa città. Il suo senso di appartenenza è grandioso, mi sarebbe piaciuto averlo accanto. Lo conosco bene, mi dispiace, è un ottimo ragazzo. Da avversario mi ha sempre fatto rosicare (ride, ndr), poteva essere un valore aggiunto per me. Qualora un giorno volesse tornare sono pronto ad accoglierlo. Strootman? In questo momento si dicono tante cose, ci sono dei giocatori che devono uscire e si fanno tante valutazioni“.

La situazione di Florenzi?
Non ho parlato con nessuno dei giocatori, se non con Kolarov che mi ha cercato più volte. Florenzi è il capitano, il suo senso di appartenenza deve essere in ognuno di loro. Io mi lego a questi giocatori, li faccio miei quelli che mi fanno capire coi fatti cosa stiamo vivendo. Florenzi è romano, può dare la vita. Non si fanno proclami, ma con quello che si fa in mezzo al campo. Dare la vita per la Roma. Esiste solo la Roma, se qualcuno fa il furbo e il fenomeno non avrà vita lunga“.

Un commento su De Rossi?
Mi dispiace abbia scelto di smettere o di continuare altrove, magari più avanti lo vedremo allenare la Roma“.

C’è del rammarico per non avere De Rossi nello spogliatoio? Mauro Icardi un nome da fantamercato?
Coi se coi ma non si va da nessuna parte, oggi bisogna guardare avanti. Dovviamo basarci su quello che andremo a fare, identificarsi in una squadra che sta nascendo con un coraggio diverso. Bisogna avere la forza di giocare a calcio. Icardi è un ottimo attaccante, un giocatore forte con delle problematiche all’Inter. Non so cosa faranno, non rispondo a queste domande esplicite perché mi ritengo molto omertoso“.

La sua filosofia per gli acquisti o cessioni?
Le grandi squadra si possono costruire con giocatori di esperienza e giovani. Mi piacerebbe inserire qualche giocatore con esperienza perché ti aiuta a far crescere il giovane, quindi bisogna creare il mix giusto secondo me. Prevalentemente io vado per una squadra giovane, di gamba, di forza, perché la nuova generazione parla anche di un calcio fisico e meno di qualità. Io cerco di impostare una squadra che abbia struttura e fisicità. Dico anche che l’idea tattica è quello che fa la differenza: abbiamo visto tutti cosa ha fatto l’Ajax, perché sapeva cosa doveva fare e aveva il coraggio di andare a Torino allo Stadium e giocare a calcio. Io credo che il gap tecnico che Conte ritiene ci sia possa essere anche colmato con la forza tattica“.

Ti piace di più una Roma di sciabola e di fioretto?
Non puoi scegliere, entrambe le cose servono in determinati momenti della gara. È un binomio che va unito, amo un calcio offensivo, con recupero di palla immediato su cui Fonseca mi ha stregato. Un calcio codificato, in cui ogni singolo giocatore sa cosa deve fare. I tifosi devono rendersi conto che questa Roma ha una sua identità di calcio“.

Fonte: Tuttomercatoweb.com

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