Attraverso la rivista Sports Illustrated ha parlato il presidente James Pallotta facendo un primo bilancio dell’attuale stagione. Ecco le sue parole:
“Penso che il nostro obiettivo, ripensando all’inizio, era di provare a entrare costantemente in Champions League. Cosa che chiaramente non è stata facile nei primi anni o giù di lì. Ci siamo riusciti 3 volte su 4 e una volta siamo andati in Europa League. Stiamo ancora provando a fare una squadra da scudetto. C’è voluto un po’ di tempo per imparare alcune cose e ancora di più per un cambiamento nella filosofia di gestione delle operazioni calcistiche.Credo che Monchi stia facendo questi cambiamenti, e queste cose richiedono un po’ di tempo. Ma avevamo alcune cose sulle quali lavorare. Penso che abbiamo fatto delle cose davvero buone negli ultimi 3 o 4 anni, e altre che invece non lo erano. Devi fare dei tentativi e migliorare. Avevamo molto da imparare. Io avevo molto da imparare. Ma penso che ci stiamo arrivando. E credo che venerdì avremo l’approvazione e l’annuncio per lo stadio dalla Regione. Potrebbe essere un bel regalo di Natale. Un sacco di cose cambiano quando la gente sa che sicuramente avremo uno stadio”.
Da una prospettiva calcistica, lei ha parlato di cambio filosofico. Può spiegarsi meglio?
“Abbiamo fatto dei cambiamenti negli ultimi due anni sul nostro scouting. Abbiamo sviluppato incredibili sistemi di analisi. In realtà, stiamo passando ad un livello superiore di analisi che non penso sia mai stato fatto prima, con un paio di progetti su macchine di apprendimento. Penso che il nostro sistema accademico sia cambiato in meglio, per quello che possiamo fare per migliorare in Italia, negli Stati Uniti e qualche altro posto. Ci sentiamo come se avessimo dato più tempo ai nostri giovani. Non so se mi sbaglio, ma sono abbastanza sicuro che siamo i sesti in Europa tra quelli che forniscono più talenti alle altre squadre.Guarda per esempio Lorenzo Pellegrini, che prima avevamo prestato. Non sono sicuro che sarebbe successo se Monchi fosse stato qui. Dovremmo dargli più minuti in campo. Ma per me lui è un pezzo estremamente importante della Roma per i prossimi 10 anni. Vogliamo essere sicuri che giocatori come lui, giovani, stiano a Roma e capiscano che la Roma li vuole. Credo che facendo così, le cose possano essere leggermente diverse rispetto al passato”.
Monchi e Di Francesco? “Su Monchi, ha avuto 15-16 anni di esperienza con una squadra e una reputazione che si è meritato. Quello che ha fatto nella ricerca di giovani calciatori con un budget molto più piccolo rispetto alla maggior parte dei club competendo come ha fatto non solo in patria ma anche in Europa vincendo 5 Europa League, avevo ottime sensazioni quando ho cominciato a parlare con lui del fatto che era interessato a quello che noi stavamo pensando per la Roma. E lo abbiamo preso. Sapevo che c’erano tante altre grandi società che lo volevano e gli offrivano più soldi. A lui piaceva quello di cui parlavamo e c’erano davvero tante cose che ha dovuto fare e ripulire. Ha lavorato molto duramente quest’estate, e abbiamo ancora delle cose su cui lavorare. Ho un bel rapporto con lui, penso che sia stata davvero una grande cosa per la squadra, poi è uno di loro. Sa parlare con i giocatori ma anche con l’allenatore e lo staff. Quindi da quel punto di vista, avendo totale fiducia in questo, è stato grande. E’ stato quello che pensavo e mi aspettavo, se non di più.
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