In vista del delicato impegno di sabato prossimo tra Roma e Napoli il responsabile degli osservatori dell’Udinese Andrea Carnevale è stato intervistato dai colleghi del Corriere dello Sport visti i suoi passati in entrambe le compagini (86′-90′ Napoli, 90′-93′ Roma):
Andrea Carnevale, come arrivano le due squadre a questa sfida? «Al momento la Roma è in discesa, anche se ha vinto l’ultima partita. Però è rimasta al di sotto delle sue possibilità, mi aspettavo qualcosa in più nella seconda parte del campionato. Invece per tanti motivi la Roma non è riuscita a ripetersi, ha avuto qualche infortunio di troppo, Gervinho non è mai tornato quello di inizio stagione. Ci sono tanti fattori che hanno frenato questa squadra, che resta una delle più forti del campionato dopo la Juve, che è di un’altra categoria. Roma e Napoli dietro la capolista hanno qualcosa in più e questa partita può essere decisiva per il secondo posto. Anche la Lazio è lì, è una bella corsa quest’anno e non escluderei neppure la Samp e la Fiorentina».
Il Napoli stenta con le piccole. «Non è il primo anno che accade, anche lo scorso faceva cilecca con le piccole, anche contro di noi ha perso e pareggiato. Gli allenatori che ho avuto hanno sempre dato grande importanza nel preparare le partite contro le squadre di bassa classifica perché quelle contro le grandi si preparano da sole. Mentre se arrivano l’Udinese o l’Atalanta, per esempio, l’attenzione cala. In questo il Napoli sbaglia, ma anche la Roma è incappata in questi errori».
Garcia e Benitez hanno deluso? «A me Garcia piace, come piace Benitez. Lo spagnolo è un gran signore. A me piace per il suo gioco, anche se è un po’ testardo. Ma il Napoli ha fatto grandi prestazioni. Poi ci vogliono sempre i grandi giocatori per vincere. Non basta l’allenatore bravo. Garcia e Benitez sono due ottimi allenatori, hanno il mio rispetto, hanno dimostrato di tenere in pugno la squadra. Mi piacciono perché sono due allenatori propositivi, non fanno mai un calcio rinunciatario».
La Roma non vince da quattro mesi all’Olimpico ed è contestata dai tifosi. L’ambiente incide nel rendimento delle squadre? «All’inizio della stagione ho letto tantissime dichiarazioni da parte dei protagonisti della Roma, dall’allenatore ai giocatori, fino ai dirigenti, che facevano riferimento allo scudetto. Io quando giocavo non l’ho mai fatto. Negli ultimi tre anni in Italia chi ha comandato è stata la Juve. Anche il Napoli in partenza ha fatto troppo rumore, ho sentito ripetere è l’anno nostro. Io sarei stato più cauto, per rispetto alla squadra che aveva vinto tre scudetti di fila. A Roma si è creata un’aspettativa esagerata. Quest’anno la squadra sulla carta era anche più forte. Non voglio dire che sono stati arroganti e presuntuosi, ma qualcosa è stato sbagliato. Non solo da quel punto di vista. Premesso che considero Walter Sabatini bravissimo, credo che anche lui sappia benissimo cosa è mancato alla Roma: un centravanti che la butta dentro, un Ibrahimovic, un Vieri, se vogliamo anche un Carnevale. Per vincere le partite non basta il possesso palla, ci vuole un attaccante che fa salire la squadra, uno stoccatore come si deve. Questa è la lacuna della Roma. Il Napoli ha Higuain e la Juve ha Morata e Llorente. Con un bomber la Roma avrebbe fatto il salto di qualità. Ma Sabatini per me è un maestro. Mi piace la sua filosofia, come sceglie i giocatori».
Higuain è uno dei pochi grandi campioni rimasti in Italia «E’ straordinario, una bestia. L’ho visto recentemente, ha due gambe il doppio delle mie di quando giocavo. Fasce muscolari che avevo visto solo a Maradona».
Con il cuore sabato da che parte sta?
«Roma e Napoli in modo diverso mi hanno dato tutto. Dovrei dire pareggio, ma in questa partita vincerà una delle due»
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