Stavolta è toccato adAurelio De Laurentiis dirlo: «Cacc ‘e sord». È questo il messaggio che il presidente del Napoli ha recapitato ieri a Milano. Destinataria la Juventus, che in occasione dell’assemblea di lega ha fatto la prima richiesta ufficiale per Gonzalo Higuaìn. Il presidente del Napoli era con l’amministratore delegato della società Chiavelli, insieme hanno incontrato il dg bianconero Beppe Marotta e il direttore sportivo Paratici. Una presenza, quest’ultima, che è stata indicativa di come la Juventus ci teneva a far diventare l’incontro in lega come un vero e proprio appuntamento di mercato. Per il Napoli, però, l’affare Higuaìn è stato liquidato in fretta. De Laurentiis ha chiarito la linea della società. Gonzalo è incedibile, tanto più alla Juventus. Quindi il patron ha spiegato che non tratterà coi bianconeri, e di conseguenza non firmerà mai il passaggio di Higuaìn allaJuventus. Questo vuol dire che l’unica possibilità di prendere l’attaccante è di far scattare la clausola rescissoria di 94,7 milioni, portando i soldi tutti insieme e senza nessuna contropartita tecnica. Naturalmente la clausola si eserciterà anche con l’assenso del calciatore. Nessuna contropartita, allora: pur ribadendo l’interesse per alcuni calciatori bianconeri, come Rugani, Pereyra e Zaza, De Laurentiis ha spiegato che eventuali discorsi saranno slegati e comunque successivi alla vicenda Higuaìn. Insomma, Juventus con le spalle al muro. Ora toccherà ad Agnelli decidere se fare questo enorme esborso, ma soprattutto se c’è l’effettiva disponibilità economica, e soprattutto se in fondo vale la pena fare uno sforzo così clamoroso per una squadra che anche senza Higuaìn in Italia non ha rivali e vince lo scudetto da cinque stagioni consecutive. L’eventualità, ancora non dimostrata, di un accordo già esistente tra Higuaìn e la Juventus non cambia nulla. Senza la clausola il calciatore non esce dal Napoli. Poi toccherà al presidente ricucire con il Pipita e provare a ripartire, magari sulla base di un nuovo accordo con cifre diverse.
Fonte: Pino Scotto per Il Roma
