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Roma-Napoli anticipata a venerdì 18. Ecco quali erano le altre soluzioni percorribili

Ora è ufficiale: la sfida che vale già un pezzo di scudetto, Roma-Napoli, si svolgerà venerdì 18 ottobre alle 20.45. Lo avevamo preannunciato ieri mattina. Ieri con la «benedizione» del Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, la Lega ha provveduto a ratificare una decisione maturata nel pomeriggio di domenica, quando i responsabili dell’ordine pubblico, dopo aver fatto le ultime verifiche, hanno ritenuto di poter far fronte a questo ennesimo impegno. Perché polizia e carabinieri in quelle quarantotto ore, tra venerdì e sabato 19, saranno impegnati in un vero e proprio tour de force: lo sciopero generale dei sindacati di base che terranno un corteo nella mattinata di venerdì, la partita tra Roma e Napoli la sera, la manifestazione della galassia «No Tav» (ma non solo) nella giornata di sabato. Un crescendo che ha indotto il prefetto a comunicare venerdì, con una lettera, l’impossibilità di tenere la sfida calcistica nel giorno e nell’ora inizialmente previsti, cioè sabato 19, alle 18.

SOLUZIONE – Autorità sportive e istituzioni hanno nelle ultime ore lavorato con grande impegno e spirito costruttivo. Da un lato, le manifestazioni: in un Paese democratico tutti hanno diritto a esprimere il proprio dissenso, purché in maniera civile. Dall’altro lato, il diritto dei cittadini a non subire i contraccolpi di questa sovrapposizione di eventi, soprattutto dal punto di vista dell’ordine pubblico. Dall’altro ancora, il diritto del calcio a un regolare svolgimento del campionato. Una sfida che se si fosse svolta in un momento diverso rispetto al fine settimana prescelto avrebbe potuto «falsare» la regolarità del torneo. Maurizio Beretta, presidente della Lega, e Marco Brunelli, Direttore generale, hanno tenuto in queste settimane i contatti con i club. Dal Foro Italico, con discrezione, il presidente del Coni, Giovanni Malagò, collaborava alla ricerca di soluzioni in grado di mettere insieme esigenze incompatibili anche perché inizialmente la prefettura aveva escluso la possibilità di anticipare la gara a venerdì 18. Un rebus irrisolvibile: impossibile da un lato l’anticipo di ventiquattro ore, vietato dall’altro, dalle regole sportive, il posticipo di ventiquattro ore (il Napoli è impegnato in Champions a Marsiglia martedì 22 ottobre e tra una partita e un altra devono trascorrere almeno tre giorni). Inizialmente si era pensato a un rinvio al 18 dicembre, primo giorno libero sul calendario internazionale del pallone. Ma le società avevano fatto sapere che non si poteva fare: la gara, a ridosso della sosta delle nazionali, avrebbe trasformato uno «stop» di routine in una vera e propria vacanza con inevitabili conseguenze sulla condizione fisica.

SOLUZIONE – Negli ultimi giorni, poi, erano spuntate un altro paio di ipotesi. In primo luogo l’inversione di campo: il San Paolo invece dell’Olimpico. Una soluzione, però, che avrebbe da un lato garantito tre partite di seguito in trasferta alla Roma (quattro aggiungendo anche quella prima della sosta per le nazionali) e tre in casa al Napoli (situazione che si sarebbe invertita al ritorno). Il cammino agonistico sarebbe risultato squilibrato. Quindi era stata accarezzata la possibilità di rinviare alle 22 di sabato 19 la gara, cioè alla fine della due giorni di manifestazioni di piazza. Pecoraro ha fatto le valutazioni, ascoltato la Questura, smussato gli angoli con poliziotti e carabinieri che saranno costretti a rimanere in strada per quarantotto ore di seguito. Alla fine è passata la soluzione che mette tutti d’accordo. Non resta a questo punto che incrociare le dita. Più che lo sciopero generale promosso dai sindacati di base (Cobas, Cub, Usb), preoccupa la manifestazione dei No Tav e dei centri sociali. Il 28 settembre alla facoltà di lettere de La Sapienza, a Roma si è tenuta una assemblea organizzativa. Significativo il titolo «verso la sollevazione generale». E la mente corre a quel tragico 15 ottobre del 2011 quando i black bloc a piazza San Giovanni diedero alle fiamme un blindato dei carabinieri, scatenarono cinque ore di guerriglia culminate con cento feriti e dodici arresti. E con una immagine che fece il giro del mondo: un ragazzo (Fabrizio «er pelliccia») che lanciava un estintore.

Fonte: Corriere dello Sport.

La Redazione.

D.G.

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