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Roma, multe cancellate: anche Claudio Lotito fra i 197 indagati per falso e truffa

Il numero uno della Lazio faceva risultare come veicoli di scorta auto private

Multe prese per essere entrati in area Ztl e poi fatte cancellare. Un gruppo di funzionari dell’ufficio Risorse per Roma avrebbe eliminato una lunga serie di contravvenzioni ad alcuni automobilisti. Fra questi anche Claudio Lotito, il presidente della Lazio.

Sequestrato 1 milione

La vicenda risale al 2014 ma solo oggi – lunedì 28 gennaio – l’inchiesta dei magistrati Francesco Dall’Olio e Paolo Ielo è approdata a un sequestro preventivo di circa un milione di euro. Sequestro eseguito nei confronti di chi ha beneficiato del trattamento di favore. Nei confronti di Lotito la cifra è di oltre 26 mila euro. Gli indagati sono in tutto 197. Gli approfondimenti sono stati portati avanti dal nucleo di polizia tributaria della finanza. Per tutti, i reati contestati sono truffa e falso. Fra gli indagati i funzionari Pasquale Peluso, Laura Cirielli, Maria Rita Rongoni e Patrizia Del Vecchio. «La condotta di Peluso e delle sue collaboratrici Cirielli e Rongoni sono connotate dall’univoco intento di procurare agli intestatari delle cartelle esattoriali l’ingiusto profitto derivante dall’illecita sottrazione all’obblio del pagamento della multa con l’annullamento». Così si legge nell’ordinanza della gip Anna Maria Fattori.

Finte auto di scorta

Secondo quanto accertato da Ielo e da Dall’Olio – che hanno coordinato le indagini svolte dalla Guardia di finanza – il numero uno della Lazio faceva risultare come veicoli di scorta, auto private che sono poi state multate ai varchi d’accesso della zona a traffico limitato del centro storico di Roma. Il sequestro preventivo riguarda anche la società di autonoleggio per circa 800 mila euro.

I legali di Lotito: «Clamoroso equivoco»

«Si tratta di un clamoroso equivoco che verrà prontamente chiarito nelle sedi competenti». È quanto tengono a precisare i legali del presidente della Lazio, Claudio Lotito, in merito alle notizie relative all’inchiesta per le contravvenzioni del Comune di Roma. In una nota diffusa dal club biancoceleste, gli avvocati precisano ancora «che le cifre contestate si riferiscono a multe di circa 15 mila euro divenute di 26 mila euro per effetto delle sanzioni previste dalle cartelle, che riguardano macchine intestate a società di cui il presidente è socio».

Nel 2015, indagato per tentata estorsione

Anche agli inizi del 2015, Lotito venne indagato per tentata estorsione. Il provvedimento era scattato nell’ambito dell’inchiesta sulla telefonata intercorsa nel mese di febbraio tra Lotito e Pino Iodice, dg dell’Ischia, nella quale il presidente della Lazio e vicepresidente federale si augurava che piccole squadre come il Carpi e il Frosinone non approdassero in serie A per non compromettere l’incasso dei diritti televisivi del campionato. «Contro di me – si era difeso Lotito – campagna diffamatoria e calunniosa. Vogliono fermare la riforma del calcio».

fonte: corrieredellasera

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