Chi cercava risposte sul rapporto tra Di Francesco e la squadra le ha avute al San Paolo, stropicciandosi gli occhi di fronte agli Incredibili. Sì, gli Incredibili. Perché quello che è successo sabato a Napoli si fa fatica a circoscriverlo in una spiegazione razionale e logica. Il Napoli che ne prende quattro in casa, suvvia. E invece gli Incredibili hanno tirato fuori una serata nella quale l’alternanza tra il duro lavoro di vanga e quello di falcetto s’è trasformata in un capolavoro di resistenza, tattica, astuzia, capacità di essere al posto giusto nel momento giusto. Strano è il pallone: pronti via e in meno di mezz’ora due gol al Napoli con tre tiri in porta. E pensare che il problema dei problemi di questa Roma era proprio nell’incapacità di tradurre in gol le occasioni, anche poche a volte, create in partita.
Eppoi quel pareggio figlio di una botta di Esculapio – chi ha detto che Mario Rui non sarebbe stato utile alla causa faccia ammenda..- che ultimamente s’era vista raramente dalle parti di Trigoria. E ancora, sì, l’allenatore. Il criticatissimo Di Francesco. Ha preparato per i suoi un mix di umiltà – quella che purtroppo non ha chi gli paga lo stipendio così alacremente impegnato nella disfida delle antenne -, ferocia tattica, dedizione alla causa e convinzione. Una pozione magica che neanche Panoramix, il druido di Asterix. E’ entrato nelle teste dei giocatori e li ha convinti che si poteva fare. E loro l’hanno fatto.
Un’impresa forse resa più semplice dall’atteggiamento di chi l’umiltà sembra averla perduta. Sì, Maurizio Sarri, incapace di fiutare il pericolo durante la gara e, ancor prima, molto poco umile nel paragonare i suoi all’Olanda di Cruijff che negli anni ’70 cambiò il modo di giocare al calcio. E’ vero, il Napoli non è stato fortunato contro la Roma che a sua volta ha ballato il tango con la buona sorte, soprattutto nell’episodio del pari. Ma i numeri – Sarri dice che “abbiamo tirato 27 volte e 15 nello specchio contro una squadra forte, loro 4 gol con appena 8 palloni in area…” – spesso nascondono la verità e ciò che s’è consumato sul campo.
Ora però guai a illudersi che la Roma sia guarita e tutto si sia risolto di incanto. Io resto convinto che partite come questa facciano storia a sé, producendo stimoli non replicabili. E non è un caso che la miglior Roma della stagione si sia vista contro il Chelsea e contro il Napoli, due squadroni. Però non vi è dubbio sulle qualità del tecnico, anche se lui per primo sa quanto lo scetticismo sia peggio dei tarli nei mobili: difficile snidarlo senza pazienza e gli ingredienti giusti.
Fonte: Romamania per Calciomercato.com
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