Dieci giorni fa l’arrivo in Italia e l’ufficialità del nuovo ruolo all’interno della Roma, oggi la prima conferenza stampa da direttore sportivo del club giallorosso. L’avventura di Monchi in Italia è cominciata in maniera frenetica, tanti colloqui e una prima presa di coscienza del mondo romanista utile per calarsi in una realtà nuova.
Gli obiettivi sono tanti e prestigiosi, il compito che lo aspetta a Roma è di quelli difficili ma Monchi è pronto alla sfida: “Non mi considero il miglior direttore sportivo del mondo, mi considero una persona fortunata per la carriera che sto facendo. Avevo altre opzioni che potevano risultare più interessanti, ma quando ho lasciato Siviglia e ho sentito della possibilità di venire a Roma, non ho avuto più dubbi. Credo che questa sia una squadra con ampi margini di miglioramento, partendo sempre da una base che già esiste. Non cominceremo da zero, ma proveremo a crescere, entusiasmarci e sognare ancora di più. Ho parlato con il presidente e so che qui alla Roma avrò la possibilità essendo me stesso. Sono sicuro che qui mi permetteranno di lavorare essendo me stesso”.
La prossima stagione si costruisce già adesso, Monchi ne è convinto: “E’ evidente che non avrò molta influenza per questa stagione, sono arrivato nel finale di campionato ma pensando già al futuro. Il nostro futuro dipende però da questo presente. E’ un futuro molto stimolante, ci giochiamo il secondo posto che vale l’accesso diretto alla Champions. Io sono a disposizione di tutti, del gruppo e del club, e da quando ho messo piede in questa società mi sento parte integrante. Su questo presente costruiremo il futuro”.
La Juventus è lontana, ma Monchi è convinto che il gap si possa ricucire: “Conosco il potenziale della Juventus, sono ambizioso per natura e lo sono sempre stato. Questo non vuol dire vendere fumo, ma colmare il divario non è facile anche se non è impossibile. Abbiamo molti argomenti per colmarlo, lavoreremo molto per riuscirci sulla base della rosa che abbiamo oggi.
Sul razzismo, Monchi ha un’idea chiara: “Il razzismo è un tema che mi preoccupa, in Spagna lo gestiamo abbastanza bene grazie al contributo di tutti. In Italia credo che si possa fare bene ma sarà necessario l’aiuto di tutti. Un professionista deve uscire dal campo arrabbiato per aver perso una partita ma mai perchè offeso per il colore della sua pelle. Ho trascorso questi giorni con Rudiger e sta soffrendo, invito tutti a proteggere i giocatori che subiscono queste situazioni. Siamo nel 2017 e non dovremmo parlare di questi temi”.
Monchi poi svela il segreto del suo Siviglia: “Il segreto del Siviglia è il lavoro che non significa vedere tante partite. I tifosi della Roma meritano che i loro sogni vengano realizzati. Serve che tutti remiamo dalla stessa parte, così abbiamo fatto a Siviglia e ci proveremo anche qui. Il mio obiettivo è quello di unire tutti, da Pallotta ad ogni singolo dipendente del club per raggiungere un obiettivo”.
Per quanto riguarda il futuro di Spalletti, Monchi svela un retroscena: “La prima volta che sono stato contattato per venire a Roma, ho valutato sia i pro che i contro. Tra i pro ho inserito Luciano Spalletti, perchè avevo e continuo ad avere voglia di lavorare con lui. Lo considero un allenatore importante e proverò a realizzare il mio obiettivo di averlo al mio fianco. Adesso però contano le ultime partite, conservo tuttavia la speranza che possa restare con noi. Io proverò a farlo rimanere, poi se vorrà andare via lo capirò ma cercherò di tenerlo qui con noi”.
Dopo tanti anni Monchi lascia per la prima volta Siviglia, la scelta di Roma non è stata casuale: “E’ la prima volta che esco da Siviglia, naturalmente all’inizio si ha paura. Neanche nei miei auspici migliori avrei potuto aspettarmi questa accoglienza qui a Roma, questo ha reso più semplice la mia decisione. Ringrazio tutti coloro che hanno reso semplice il mio trasferimento qui. A Siviglia ho lavorato avendo le migliori condizioni di lavoro, nel momento in cui ho deciso di andare via ho scelto un club che mi desse le stesse condizioni”.
Sul futuro di De Rossi e Totti, Monchi svela: “Il desiderio di De Rossi e della Roma è lo stesso, ho parlato con lui ed entrambi vogliamo rinnovare. Dovremmo essere imbranati per non raggiungere un accordo di questo genere. Cercheremo di raggiungere questo obiettivo comune. Per quanto riguarda Totti, sono arrivato qui sapendo che tra Francesco e la società esiste un accordo secondo cui dal prossimo anno lui diventerà un dirigente della Roma. Gli chiederò di lavorare vicino a me per farmi capire cos’è la Roma. Sto seguendo un corso accelerato di ambizioni, qui ce ne sono molte. Dobbiamo centrare i gironi di Champions per la crescita e il prestigio del marchio Roma. Questa è la preoccupazione maggiore, qualora non ci riuscissimo ci rimboccheremo le maniche e lavoreremo sodo. Io qui grazie a Baldini? Lui è stato l’intermediario con Pallotta, ma io mi sono innamorato della Roma non di Baldini“.
Sul mercato, Monchi chiosa: “Il problema non è vendere ma comprare male, tutti insieme lavoreremo su una strategia per raggiungere questi successi. Credete che sia venuto qui, lasciando casa mia, per non vincere? Non sono qui per vendere fumo, non ci sono giocatori incedibili, ci sono giocatori più o meno importanti. Non è che la Roma dovrà vendere, ma analizzerà tutte le offerte che riceverà. Non abbiamo un cartello in cui c’è scritto si vende, bensì un cartello in cui c’è scritto si vince. Mi piace lavorare con giocatori giovani, ma non è una prerogativa del mio lavoro. Li voglio bravi e che abbiano fame di vincere, poi se abbiano 18 o 28 anni poco importa. Kessie è un giocatore che la Roma segue ed è una possibilità, vedremo che cosa succederà. Siamo agli inizi e poco altro posso aggiungere”.
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