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Rolando e Armero si caricano per il finale di stagione

Mazzarri avrà bisogno di loro per sfruttare il turn over

Guardando s’impara. E allora nella fredda notte dell’Olimpico, in un gelo reso ancora più pungente dalle brutte notizie arrivate da Torino, anche una panchina, un’altra panchina, può avere un senso. Per crescere, per entrare nel clima della corsa scudetto e dell’inseguimento alla Juve, per respirare il clima da big match, per capire come funziona il campionato italiano, a poche settimane dallo sbarco nel nostro Paese, o semplicemente per entrare sempre più nei meccanismi del calcio di Mazzarri. Scalpitando, come è logico che sia, i quattro rinforzi di gennaio hanno dato comunque un senso alla loro serata iniziata in panchina: Rolando, Calaiò, Armero e il giovane Radosevic sono lì, in attesa di una chance, pronti a dare il proprio contributo in un finale di stagione ad alta tensione, nel quale Mazzarri avrà bisogno di dare fondo a tutte le energie della rosa, per vivere da protagonisti i prossimi quattro mesi, in Italia e in Europa. 

SCOPRENDO L’ITALIA – Per Rolando e il baby Radosevic la notte dell’Olimpico è stata il primo vero assaggio di corsa scudetto, il primo di una lunga serie di scontri diretti che decideranno, da qui a maggio, il destino della banda di Mazzarri, mentalmente sempre più proiettata nella rincorsa alla Juve capolista. La notte di Rolando è iniziata in panchina, come una settimana fa contro il Catania. Il portoghese scalpita, ma capisce le esigenze del tecnico azzurro: sa che Mazzarri vuole inserirlo gradualmente in un meccanismo collaudato, in una linea difensiva che ha costruito nel tempo una sincronia quasi perfetta, in una linea che ha appena ritrovato, per fortuna, il suo perno, il capitano Cannavaro. D’altra parte quella di Rolando è una fame di calcio che nasce da lontano: è dai tempi del Porto che ha perso il contatto con il campo, in campionato ha giocato una sola volta, a Estoril, e in assoluto non disputa una partita ufficiale dallo scorso 17 novembre, praticamente tre mesi fa o giù di lì. Scalpita, come dargli torto. Però aspetta e intanto studia i movimenti di Campagnaro (ieri in gol). Si alterneranno sul centrodestra da qui a maggio, poi quel posto sarà tutto suo quando l’argentino, è già scritto, volerà a Milano, sponda nerazzurra. 
SUPERMANU DEBUTTA – Dalla panchina studia anche Pablo Armero, il primo colpo di mercato messo a segno a gennaio da De Laurentiis: deve focalizzare i movimenti dell’amico e connazionale Zuniga, che ora gli parte davanti sulla fascia sinistra. Mazzarri gli ha già fatto assaporare l’emozione di indossare la maglia azzurra, una manciata di minuti contro il Parma per il debutto, un’altra manciata contro il Catania per esordire al San Paolo. E SuperManu? Veniva da tre panchine di fila, per lui si trattava di riprendere un discorso interrotto un po’ di anni fa. L’ultima gara con il Napoli era datata 4 maggio 2008, azzurri sconfitti 2-1 a Torino dai granata. Da ieri sera non è più così: Mazzarri l’ha gettato nella mischia al 35′ della ripresa. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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