Il mondo gli è crollato addosso a fine gara. Fino ad allora Gianluca Rocchi era convinto di aver fischiato bene, nonostante le proteste interiste. Ma quando negli spogliatoi è arrivato Braschi, gli è bastato guardarlo negli occhi per capire che la visita non era per dei complimenti: «Gianluca, gara da dimenticare. Non solo per gli episodi». Da quel momento è iniziata la nottata di passione. Insonne Rocchi ha lasciato San Siro e ha guidato rapidamente verso Firenze, sua città natale. Al telefono con amici e colleghi si è sfogato: «Non riesco davvero ad accettare di aver sbagliato così tanto. Avevo preparato la gara nel migliore dei modi, ma poi è andato tutto storto». Dormire con questo peso era impossibile, così ha acceso la tv e ha rivisto la gara. Dal campo aveva avuto percezioni diverse: Obi che merita il giallo, lo stesso Obi che stende in area Maggio. I replay, invece, sono impietosi. L’arbitro ha passato la domenica chiuso in casa: niente giornali e programmi sportivi. Giornata dedicata ai figli (3 anni e 12 mesi) e tanti cartoni animati. Sa bene che arriverà uno stop, ma spera di reagire come nella passata stagione.
Lo scambio di persona – Perché Rocchi, uno dei nostri migliori arbitri e pupillo di Collina, il 19 settembre 2010 in Cesena-Lecce buttò fuori per doppia ammonizione Colucci scambiandolo per Nagatomo. Errore (tecnico) molto più grave di quelli commessi sabato. Si riprese, però, alla grande. Ora non essendoci più la finestra in B, potrebbe arbitrare nelle competizioni Uefa (con Rizzoli e Tagliavento è uno dei nostri Elite). Quest’anno ha diretto bene Cipro Portogallo e Borussia-Arsenal. Di sicuro da oggi tornerà ad allenarsi: la sua vita è quasi tutta dedicata all’arbitraggio. Oltre alla famiglia, c’è spazio solo per l’azienda di casa che gli ha sempre assicurato una certa tranquillità. Quella che a parte le sviste sui campi, gli aveva tolto solo il coinvolgimento in Calciopoli. Non è un caso che Rocchi consideri il giorno dell’assoluzione a Napoli (quella sportiva era arrivata molto prima) come uno dei più belli.
La Redazione
C.T.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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