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Rocchi arbitrerà Milan-Napoli e Braschi si fida del suo operato

Rizzoli invece verrà preservato per la finale di Champins League

Allora, non sarà Rizzoli a fare Milan-Napoli. Toccherà a Gianluca Rocchi. Come era nelle previsioni, come infatti avevamo anticipato, ma non come era logico. La sfida di San Siro, in una giornata che prevede anche il derby di Genova e Lazio-Juve (da considerare nell’ordine di difficoltà, posto che qualsiasi gara può trasformarsi in una gatta da pelare) è quella più “rognosa”. In palio c’è il secondo posto, l’accesso alla Champions da una posizione privilegiata, due squadre che battagliano da tempo. La logica vorrebbe, come succede in tutte le aziende, che la missione più difficile sia affidata all’uomo migliore. Non è detto si sia andati lontani dalla realtà. Ma certo che Nicola Rizzoli, internazionale, categoria Élite dell’Uefa, ormai per tutti già a Wembley dopo l’eliminazione della Juventus mercoledì sera ad opera del Bayern, avrebbe rappresentato, logicamente, l’uomo giusto al posto giusto. Sono gli specialisti che scendono in campo quando lo scenario si complica. La scelta di Rocchi fa, comunque, di Braschi un uomo felice: unisce scelta tecnica a quella politica, un po’ come avere la moglie ubriaca e la botte piena. 

GRADIMENTO  Perché, pur senza ammetterlo neanche sotto tortura, come farebbe il buon padre di famiglia che non confessa mai il debole per il figlio prediletto, Braschi ha grande considerazione di Rocchi. Grande a tal punto da ritenerlo al top, quando è in forma. Ecco perché, da un punto di vista tecnico, la scelta lo soddisfa. L’internazionale di Firenze (anche lui Élite dell’Uefa) quest’anno ha sbagliato pochissimo, lo descrivono molto carico, la partita è la più difficile e importante di questo finale di campionato, al momento più di Juve-Milan della prossima settimana. E per questo va lui, che ha districato bene un’altra gara fondamentale in chiave salvezza (Genoa-Siena) e che ha ben diretto Chelsea-Rubin Kazan di Euroleague. 
COPERTURA – C’è poi anche un motivo, per così dire, politico. La necessità di presentare Nicola Rizzoli alla finale di Wembley del 25 maggio prossimo in maniera immacolata. Posto che le insidie sono dietro l’angolo, in un sistema dove se sbagli e sei arbitro centrale la colpa è degli additional o del quarto uomo, mentre se sei arbitro d’area tutto ricade sul direttore di gara centrale, ha sicuramente una valenza diversa la sfida fra il Pescara virtualmente retrocesso e il Siena piuttosto che Milan-Napoli, Genoa-Samp o Lazio-Juventus. C’è poi un recente passato che insegna: la leggenda metropolitana racconta che Rizzoli si sia giocato la finale di Monaco dell’anno scorso (finita a Proença) fra Bayern e Chelsea dopo quel maledetto Inter-Milan e quel rigore (che lo stesso architetto di Mirandola ha poi ammesso non esserci) per un non fallo di Julio Cesar su Boateng. Dicerie, malelingue. Però, perché rischiare? 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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