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Roberto Vecchioni: “Napoli città unica e spero vinca lo scudetto”

 Roberto Vecchioni è un fan sfegatato di Napoli, eccetto che per la fede calcistica (è interista) così parla della nostra città:

 «Napoli è una città straordinaria e unica, impossibile da spiegare ai leghisti e a chi vive di pregiudizi. Sarebbe come tentare di far comprendere la Magna Grecia a quelli che portavano in testa le corna».

Figlio di un commerciante di tessuti di San Giorgio a Cremano e di una pasticciera vomerese, il cantautore aveva un sogno: fare qualcosa per il capoluogo partenopeo. Lo ha realizzato quando il sindaco Luigi de Magistris gli ha proposto di diventare presidente del Forum delle Culture 2013.

«Ho accettato dopo appena un giorno di riflessione. Ci sono momenti in cui devi cogliere al volo le grandi occasioni che la vita ti riserva. Soprattutto se hai 68 anni».

Ci racconta com’è nata questa collaborazione?

«È nata in piazza Dante, nel cuore della campagna elettorale, quando solo il ballottaggio separava de Magistris dalla vittoria. Conoscevo già Luigi ma in quell’occasione ci siamo incontrati per la prima volta. E subito abbiamo scoperto di avere una serie di affinità elettive».

Cos’avete in comune?

«La voglia di appartenere ad una comunità, la consapevolezza dell’inutilità di fare da soli, l’amore per Napoli e i suoi abitanti».

Così il sindaco le ha proposto di occuparsi del Forum.

«Ci siamo rivisti al Maschio Angioino, dove siamo stati intervistati dalla giornalista Lucia Annunziata. Lì de Magistris mi disse che aveva un’idea di cui voleva parlarmi. Poi cenammo in un ristorante di fronte a Castel dell’Ovo in cui io e la moglie di Luigi, Maria Teresa, finimmo a cantare i miei pezzi. Lei li conosceva tutti ed era più brava di me. Ecco, solo a Napoli la cultura diventa famiglia e questo è meraviglioso. Nei giorni scorsi sono tornato all’ombra del Vesuvio e il sindaco mi ha illustrato il suo progetto. Ho deciso in 24 ore. Sarà una sfida avvincente che affronto con umiltà e di cui sono orgoglioso. Fino al 2013 mi dedicherò quasi esclusivamente a quest’impegno, spostandomi tra Napoli e Milano e avvalendomi del supporto di alcuni collaboratori di fiducia».

Cosa deve fare il capoluogo partenopeo per risollevarsi?

«Napoli è naturalmente il centro del Mediterraneo, un ponte tra l’Africa e il Nord Europa. È un luogo bellissimo, fuori e dentro, ancora troppo sconosciuto agli italiani. E invece deve diventare un faro, mostrare a tutti la sua anima ripartendo proprio dalla cultura, che dà senso alle nostre vite. È una città troppo importante per l’Italia per essere considerata una Cenerentola».

Che impronta darà al Forum?

«Parleremo di pace, di sviluppo sostenibile, dei rapporti tra i popoli e del futuro dei giovani, del mare e di tutto ciò che rappresenta. Ci saranno eventi e spettacoli, per la prima volta sarà inaugurata una mostra con opere di Michelangelo, Leonardo e Raffaello. Daremo grande spazio alla danza, alla musica e alla canzone popolare ma il nostro obiettivo è creare un denominatore comune, raggiungere un’armonia. Basta con produrre, consumare, vincere e perdere. Dobbiamo uscire da quest’imbroglio e inventare nuovi verbi altrimenti la spunteranno sempre i furbi e i disonesti. La parola d’ordine, insomma, dev’essere sobrietà che è poi eleganza. Il senso della misura è bellezza, gli eccessi sono orribili».

Qual è il suo messaggio per i giovani, sempre più disorientati e sfiduciati?

«Da qui partirà, con il Forum, un convoglio di speranza assoluta carico non solo di parole ma di fatti. In questo senso la kermesse del 2013 rappresenta un’occasione da non perdere. Napoli non ne ha mai avute tante, merita una rivincita. Per questo i giovani e il popolo saranno i veri protagonisti della manifestazione. Ci attendiamo suggerimenti, riflessioni, partecipazione. Vogliamo dialogare e confrontarci con loro».

Lei è stato un po’ il simbolo delle vittorie elettorali di de Magistris e del sindaco di Milano Giuliano Pisapia. È davvero possibile ridurre le distanze tra le due parti dell’Italia?

«Dobbiamo farlo, costruendo un gemellaggio ideale ed azzerando differenze e pregiudizi. Io vivo in una terra dove un cittadino su tre è leghista e per me si tratta di un dramma spaventoso. Bisogna voltare pagina e ritrovare uno spirito unitario».

Inter-Napoli è finita, purtroppo per voi, 0 a 3. Scommettiamo che anche al ritorno la musica non cambia?

«Spero davvero che il Napoli vinca lo scudetto. Così almeno potremo dire di aver perso contro i campioni d’Italia».

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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