L’ironia del destino vuole che sia proprio un italiano, contro un’italiana, l’eroe chiamato a salvare non solo la stagione del Chelsea ma anche l’orgoglio calcistico dei sudditi di Sua Maestà. United e City fuori dopo il girone, Arsenal a casa dopo aver sfiorato l’eroica impresa contro il Milan. E ora? E ora al Chelsea (e all’Inghilterra) non resta che affidarsi a Di Matteo per provare a dare un senso ad una stagione naufragata prima ancora di arrivare a metà. Lui, Bob, come lo chiamano a Stamford Bridge, sorride. La felpa nera a strisce arancioni è la stessa che Villas Boas indossò a Napoli alla vigilia del match d’andata ma l’impatto è diverso. Lui non ha lo sguardo perso nel vuoto del portoghese, che forse aveva intuito in quale ennesimo pasticcio stesse per cacciarsi, e sorride di più. Soprattutto può dire a voce alta, orgoglioso, «sono un uomo Chelsea» . Quello che in fondo, forse, Villas Boas non si è mai sentito a Londra, nonostante quei quindici milioni (oggi quindici milioni buttati via) spesi per portarlo in Inghilterra. E’ un uomo Chelsea, Di Matteo. Ha il dovere di sorridere e provarci: «Sono molto contento, direi anche eccitato, non vedo l’ora di poter giocare questa partita. Ci sarà tanto lavoro da fare fino a domani, di positivo c’è che abbiamo tutti disponibili» .
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