Ai microfoni di Tmw il designatore degli arbitri Nicola Rizzoli ha parlato dell’ultimo periodo complicato. Ecco le sue parole:
“Il 90% degli errori individuati arrivano sui calci di rigore e sui falli di mano. Abbiamo spiegato anche cosa facciamo noi durante le riunioni tra arbitri”.
Come si diminuiscono gli errori?
“Ci vuole più professionalità e non intendo solo le capacità degli arbitri e dei VAR, serve un utilizzo di personale più professionalizzato. In questa riunione non abbiamo parlato della trentunesima giornata”.
Stop per Fabbri e Abisso?
“No, le persone che mettiamo in campo devono essere in forma e noi dobbiamo gestirli. Non esistono gli ‘stop’ di cui di parla. Per quel che riguarda la decisione in Lazio-Sassuolo il difensore non ha il braccio che fa un movimento congruo. Non conta se il pallone ha colpito prima un altra parte del corpo. Paga il braccio molto largo”.
Abisso a Firenze?
“Quando l’errore è evidente l’arbitro fa esperienza e può migliorare imparando dai propri sbagli”.
Possibile che Fabbri sia poco sereno dopo gli errori al VAR in Roma-Inter?
“Non penso proprio, deve crescere ma ha grandi potenzialità. L’esperienza è fondamentale e la si fa passando anche attraverso gli errori. Anche io sono diventato più sicuro sbagliando, in questo modo si acquisisce maturità”.
L’episodio Mandzukic-Romagnoli al vaglio della prova tv?
“Il VAR può intervenire quando c’è violenza, fosse stato ritenuto necessario ci sarebbe stata l’interruzione del gioco e il cartellino rosso”.
Il fallo di mano è il più difficile da analizzare e spiegare?
“Certamente sì, è il più complesso. Ci deve essere distinzione tra intenzione e volontarietà per differire da quello che è l’atteggiamento del difensore. Se parliamo di intenzione le cose sono due: quando il difensore marca allora si tende a non punire, mentre se un difendente ha l’intento di impattare la palla col corpo allora di tenterà a punire. Il braccio largo? Nel regolamento c’è scritto che non si deve aumentare il volume del corpo”.
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