I rigori della Juventus sul campo del Benevento, il gol annullato a Brozovic a Torino e non solo. Numeri, funzionamento ed errori del VAR a cura di…Nicola Rizzoli. Ospite a Sky Calcio Club, il designatore della CAN A è intervenuto per fare chiarezza sulla moviola in campo, tracciandone una sorta di bilancio stagionale: “Stiamo migliorando molto – le sue parole – ci siamo abituati un po’ tutti. Di esperienza ne dobbiamo ancora fare ma la strada è giusta. Quando venivo designato per le partite importanti speravo sempre che non capitassero situazioni particolari. Poi devo dire che nel 90% dei casi ero soddisfatto delle mie decisioni. Altre volte, invece, più guardavo un’azione e più non mi capacitavo di come non avessi fischiato o meno una cosa”. Chissà, probabilmente in quei casi gli sarebbe tornata utile il VAR, lo strumento più innovativo di questa Serie A. Un aiuto che ha permesso di correggere molti errori, anche al costo di impiegare qualche minuto per prendere la decisone migliore: “Alcune volte in 15 secondi decidiamo, altre volte ci vuole un po’ più di tempo. Ci sono state 1600 situazioni. 94 sono stati gli errori gravi da parte degli arbitri, quindi direi che la media è buona. Esclusa questa giornata, in cui spero non ce ne siano stati, gli errori del VAR invece sono stati 16-18 da inizio stagione ad oggi“. Spazio poi ad alcuni episodi della giornata appena conclusasi, partendo dai fatti di Benevento e dai rigori concessi alla Juventus: “Il rigore fischiato a Higuain? Il VAR deve intervenire nelle situazioni chiare, dove ci sono errori chiari ed evidenti. In questo caso si può ipotizzare che sia stato l’attaccante ad accentuare e cercare l’avversario o il difensore a trovare il contatto per poca esperienza. Ma c’è la verità del campo dove si capisce cosa è accaduto. Queste non sono situazioni dove il VAR entrerà mai perché il parere soggettivo può fare la differenza in una situazione come questa ma a noi interessa che rimanga la verità del campo. Discorso diverso sul fallo subito da Pjanic. Lì il tocco era evidente, tanto da far cadere il giocatore in questione. E’ questo l’obiettivo del VAR. Seguiamo un protocollo internazionale molto rigido all’interno del quale deve essere eliminata il più possibile la discrezionalità delle situazioni. Se l’arbitro nella comunicazione con il VAR dice ‘Per me il difensore tocca il pallone’ mentre il VAR replica ‘no, ti sei sbagliato, il pallone non lo tocca, vai a rivedere’, questo è l’esempio chiaro per cui l’arbitro e il VAR, comunicando, vanno a rivedere un’azione. Noi dobbiamo rifarci ad un protocollo internazionale, a livello mondiale. Anche noi siamo predisposti a far sì che il campo sia quello che valuta”. Altro episodio è quello legato a Brozovic, che si è visto annullare un gol perché la punizione è stata calciata a tempo scaduto: “Il regolamento dice che quando l’arbitro fischia uno può battere subito se ci sono le condizioni di giocare subito. E’ l’arbitro che decide e, in questo caso, ha reputato non ci fossero le condizioni. In più Brozovic ha calciato in maniera contestuale al fischio. La squadra che subisce il fallo può decidere di batterla subito ma non mi sembra un caso particolarmente eclatante. Tanto è vero che non ci sono proteste in campo”.
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