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Rizzitelli: “La difesa è il punto debole dei bavaresi. Napoli, colpisci!”

Un record ce l’ha ancora: fu il primo italiano a fare la valigia e a trasferirsi in Bundesliga. Estate del ’96: Ruggiero Rizzitelli lascia il Toro e va in Germania, fortissimamente voluto là da Giovanni Trapattoni tornato sulla panchina dei tedeschi. Il «piccolo Buitre», che molla tutto e fa il pioniere. Allora, infatti, non erano molti gli italiani calciatori all’estero.

Ci volle del coraggio, Rizzitelli?
«Macché. Quando vai in una squadra forte, una tra le più forti al mondo com’era già allora il Bayern, di coraggio non ce ne vuole molto. In quegli anni, magari, noi italiani non eravamo abituati a giocare in altri campionati e questo poteva mettere un poco d’apprensione, ma per me non ci fu neppure questo».

Perché lì c’era Trapattoni?
«Non solo lui. C’erano anche Matthaus e Klinsmann che parlavano bene l’italiano. Anche grazie a loro non ebbi problemi ad inserirmi. Certo, fossi capitato a Monaco senza conoscere una parola di tedesco e senza poter contare sull’aiuto di nessuno, beh, non so come sarebbe andata».

Invece andò alla grande. Anche il bilancio sportivo alla fine fu esaltante.
«Uno scudetto, una coppa di Germania e una di Superlega tedesca. Sì, niente male. E non dimenticherei l’esperienza in Champions: fummo eliminati ai quarti di finale dal Borussia ai supplementari».

Già, passano gli anni, una dozzina e più, ma il Bayern resta il Bayern. Forte, quello di Rizzitelli e forte pure questo che aspetta il Napoli domani. Impressionanti i numeri tedeschi. Al punto che viene pure un dubbio: fortissima la squadra di Gomez e Ribery oppure, rispetto a quello italiano il campionato tedesco offre più chance per far bella figura?
«Sicuramente in Germania la differenza di valore tra una grande e una provinciale è più marcata che in Italia, ma non per questo metterei in discussione la forza del Bayern. Presi singolarmente, i tedeschi hanno straordinarie qualità. Hanno tecnica, forza fisica e una eccellente organizzazione in campo. Poi, come squadra, il Bayern non si lascia intimidire mai. A prescindere dall’avversario che ha di fronte, va sempre in campo per vincere».

Questione di forza, ma anche d’esperienza, di mentalità.
«Proprio così. Anche il più giovane del Bayern avverte e assimila questo modo di pensare. Anche l’ultimo arrivato si sente subito coinvolto in questa mentalità vincente che fa parte della storia della squadra. Ecco, questa è una differenza che potrebbe pesare domani sera contro il Napoli«»

Eppure, un difetto deve averlo questa squadra. Un punto debole, qualcosa che non va.
«Certo che ce l’ha. E’ la sua fase difensiva che non sempre mi convince. Rispetto al resto della squadra i centrali sono lenti. Ecco, è lì che il Napoli potrebbe e dovrebbe approfittarne».

Partita decisiva quella di domani sera all’Allianz per il passaggio al turno successivo?
«Non credo proprio. Mi auguro che il Napoli continui a restare imbattuto in Champions, questo è ovvio, ma non mi fido del Villarreal. Vedo gli spagnoli in piena smobilitazione in coppa e mi aspetto che domani sera il Manchester City vinca pure al Madrigal».

Cosicché Napoli-City diventerebbe uno spareggio per andare avanti?
«Proprio così. Per me sarà quella la partita decisiva. E il Napoli di coppa e per giunta al San Paolo sarebbe favorito».

Intanto, come si fa ad uscire imbattuti dal prato del Bayern, squadra che in casa, in campionato, ha vinto cinque volte su sei segnando 23 volte e beccando un solo gol?
«Il Bayern bisogna attaccarlo. So che non è semplice, ma bisogna provarci. Per tenere sempre la squadra corta, i tedeschi hanno quasi sempre la difesa alta. Ecco, se il Napoli saprà ripartire forte e in velocità potrà dare loro un sacco di problemi».

Uno sguardo in casa azzurra. Come se lo spiega questo strano percorso della squadra di Mazzarri eccezionale in Champions e poi balbettante in campionato?
«Secondo me è facile trovare una ragione. La Champions è la più scintillante vetrina del calcio in Europa e il Napoli vuol far bella figura. Ma non scopro nulla. Lo stesso De Laurentiis ha detto che la coppa è la priorità del Napoli».

Quindi se la coppa è la priorità, il campionato?
«No, questo non vuol dire declassare il campionato. Non posso immaginare che il Napoli affidi al campionato un ruolo secondario. Però…».

Però?
«Però è inevitabile che la Champions attiri negli azzurri una percentuale maggiore di interesse e quindi di energie. Chi va in campo ci pensa. E più s’avvicina la partita più ci pensa».

Vuol dire che certi risultati tipo la sconfitta di Catania potrebbero essere davvero figli dell’effetto Champions?
«Sì, è quello che penso. Forse c’è una spiegazione per quei punti persi contro il Chievo, il Parma ed il Catania. Infatti, così come il Napoli aspetta i match col Bayern, il City, il Milan oppure la Juventus, allo stesso modo una squadra cosiddetta piccola aspetta il Napoli che giustamente è considerata una grande del nostro campionato. E contro una grande spesso si tirano fuori prestazioni eccezionali».

Però il Napoli si sta lasciando alle spalle punti assai preziosi.
«Questo è vero. Ma per la qualità della squadra e anche per l’andamento lento del nostro campionato non vedo affatto compromesse le possibilità del Napoli di puntare molto, molto in alto».

Sinceramente, che pensa del turn over?
«Dipende. Nel senso che il turn over spesso è un lusso. Devi potertelo permettere. Insomma, dipende dalla rosa che hai a disposizione. Anche se capisco che prima di un incontro assai importante, possa esserci l’esigenza di far tirare il fiato a chi magari ha giocato e corso più degli altri».

Cavani e Lavezzi.
«L’ultima stagione di Cavani è stata eccezionale e per un bomber non è mai facile ripetersi. Ora è un po’ giù? Non dimentichiamoci che ha giocato anche la Copa America. E comunque, anche se stanco, resta un giocatore sempre importante per la squadra di Mazzarri».

E Lavezzi?
«Da lui non mi aspetto 15 o 20 gol, perché bomber non è mai stato e non lo sarà in futuro. E anche sul resto ho le idee chiare: meglio averlo dalla tua parte che avversario».

La Redazione

A.S.

Fonte: Corriere dello Sport

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