E’ così che va: ti svegli un giorno e ti accorgi che sta andando in scena un’autentica rivoluzione di sinistra.
Sono cose che capitano, nel calcio, soprattutto se ogni giorno perdi un mancino: stavolta è toccato a Britos, di fatto un’invenzione, vittima d’un virus «giallo», quello dei cartellini, che l’ha spedito a cucinar l’asado.
Si cambia e in che modo, lasciando chiunque perplesso, sul chi va, tenendo viva la soglia di attenzione di chiunque abbia la possibilità di andarsi ad industriare su quella corsia, per esempio Strinic, che è l’ultimo arrivato ma è quello che ha maggiori possibilità – nello sterminato elenco degli esterni bassi, via via ridotto all’osso – di giocarsela. O lui o Mesto, più lui che Mesto se val qualcosa ciò che si intravede a Castelvolturno, al di qua della Pineta, dove le casacchine qualcosa inducono a pensare, aspettando al solito il «cuscino» di Benitez. Quella era la fascia di Zuniga, poi lo è diventata di Ghoulam, a scalare è arrivata Britos e per stavolta ci pensa Strinic (o Mesto).
ECCOLI. Ma non finisce qua, come buona abitudine, perché pure ai tempi di Insigne andava in scena il tormentone per Mertens, una stellina che brilla a corrente alternata e che dunque costringe Benitez a ripensare a se stesso ed agli interpreti: per l’Olimpico, il ballottaggio – tanto per gradire sulla sinistra – è con De Guzman, che contro la Juventus (ma a Doha) ha dato dimostrazione del proprio equilibrio e lo ha offerto alla squadra e che poi contro la Juventus (ma domenica scorsa) ha smarrito un po’ le coordinate ed ha rilanciato il gioco del belga. Si può fare, però concedendo all’olandese qualche possibilità in più.
Nel frullatore della vigilia entra di striscio anche Gabbiadini, un mancino pure lui, che Benitez preferisce (nel caso) sfruttare sulla corsia di destra, per consentirgli eventualmente di accentrarsi e calciare con il piede preferito. Ma Callejon garantisce ancora certezze, nonostante l’appannamento.
Poi altrove va tutto come deve: sembra un Napoli annunciato (sembra), anche nei due centrali di metà campo (David Lopez e Gargano) e poi altrove. La svolta, per il momento, è a sinistra.
Fonte: Corriere dello Sport
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