Sbadigliando, scrollando il capoccione o facendo più volte la faccia di uno che, un po’ infastidito, pensa: ma questo che mi sta chiedendo?, Gigi Buffon, il capitano dell’Italia, parla della finale mollando qua e là un po’ di retorica e un bel mix di frasi fatte. Mette in fila le parole, il portiere, e parte. «Perché sarebbe giusto che vincesse l’Italia? Perché nello sport ciò che è o non è giusto spesso è un equivoco: è giusto che vincano i migliori e i più bravi. Punto. La Spagna è favorita perchè sono anni che gioca ad altissimi livelli; noi siamo la sorpresa dell’Europeo e vogliamo continuare a sorprendere fino alla fine», il suo pensiero.
Non condivide, Buffon, la tesi di una Spagna sotto pressione per via di uno scintillante palmares da difendere. «Se io fossi uno di loro, sarei felice e avrei tanta autostima prima di una partita come questa. Loro, del resto, hanno già vissuto certe sensazioni, quindi sanno come conviverci. E questo per la Spagna potrebbe rappresentare addirittura un vantaggio», la sua risposta. Elogia l’Italia che ha saputo resistere agli scandali, agli attacchi esterni e andare avanti a testa alta. «Noi italiani abbiamo un senso di responsabilità, di amore e di rispetto nei confronti del nostro Paese e della maglia azzurra che va oltre ogni limite. E così pur di tenere alta la nostra bandiera sappiamo sempre e comunque creare un gruppo con grandi valori». Adora, il capitano azzurro, il presidente Napolitano. «In un momento di miseria come questo, una persona di buon senso e intelligente diventa un gigante», dice con chiari riferimenti ad altri politici.
Emozionato? Chissà. Se lo è, lo nasconde bene. A parole, però, rende tutto facile, quasi scontato. «Le emozioni sono quelle del 2006, la fiducia è quella. Per vedere se sarà tutto uguale, bisogna solo aspettare. Le analogie sono molte. Ho detto qualche giorno fa che non avremmo vinto gli Europei perchè c’era e c’è tuttora una squadra che ci è chiaramente superiore. Abbiamo solo un problema: la incontriamo qui a Kiev. Il dato positivo è che si parte da zero a zero…».
E il bonus per il mancato biscotto promesso alla Spagna dopo la partita vinta contro la Croazia? «Era solo un modo per far sentire loro la nostra riconoscenza, una cosa che molto spesso nel calcio non esiste, non solo dentro ma anche fuori dal campo. Siamo stati riconoscenti anche all’Olanda quando nel 2008 fece la stessa cosa», spiega. La piccola Italia del Sud Africa è diventata grande: Buffon gonfia il petto. «Nonostante possiamo fregiarci di aver vinto quattro mondiali, arriva un momento in cui serve umiltà e la forza di cambiare. Prandelli è stato bravissimo a darci le direttive giuste e a guidarci verso un cambiamento che altrimenti non sarebbe stato facile». Balotelli è il simbolo di questa Italia? «Mario ha fatto molto bene. Innanzi tutto perchè è un giocatore con qualità immense, e questa è una buona base di partenza. Poi perchè è entrato in un gruppo di grandi campioni, non solo calcisticamente parlando. E infine perchè ha trovato un allenatore come il nostro che in più modi è riuscito a farlo rendere al meglio. Quindi il maggior merito è il suo perchè se l’è cercata e l’ha voluta ma un po’ di merito è anche degli altri».
Orgoglioso, il signor Buffon. «Casillas? È un grande portiere e lo stimo molto. Io un anno fa ero caduto alla 150esima posizione fra i portieri più forti del mondo. Quindi sono contento e onorato di essere qui a giocarmi la finale. Spero di essere all’altezza della situazione…», sottolinea un po’ polemico.
Finalino di stampo patriottico. «Canto con emozione e trepidazione l’inno perchè ci tengo, è l’Italia è la mia nazione e il Paese nel quale sono nato. Ho perso due bisnonni sul Piave e questo è il minimo gesto e segno di riconoscenza che ho per loro», confida, con sincerità e senza quella faccia un po’ seccata.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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