L’ex gloria azzurra Gianni Rivera viene intervistata dai microfoni di Radio CRC in occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia. Raffaele Auriemma non manca, però, nel porgli alcune domande riguardo la compagine azzurra. Ecco quanto evidenziato da Iamnaples.it:
Quell’inno d’Italia contro il Brasile t’è mancato tanto?
“Lo sentii ad inizio partita [ride, ndr]. Questa dell’inno è la particolarità del calcio: alle Olimpiadi, per esempio, alle premiazioni suonano anche l’inno delle due ‘perdenti’. Nel calcio canta chi vince. In ogni caso, contro il Brasile di Pelè abbiamo vinto altre volte, ma in quell’occasione, no”.
A distanza di quarant’anni il calcio è cambiato, il business impera. Pensa oggi sia peggiore rispetto a quell’epoca o è semplicemente cambiato?
“Sono cambiate tante cose, la società moderna è materialista. C’è più attenzione verso il danaro. In effetti il mondo intero è cambiato: è arrivata un’eccessiva attenzione verso i soldi. La politica non sa muoversi nell’interesse generale, ma cura l’interessa di pochi”.
Cosa ne pensa della proposta di scovare talenti in B per l’under 21?
“Il problema del calcio giovanile di oggi è che è improntato verso una scelta diversa. Le società nel settore dei giovani sono intenzionate a vincere: non si guarda alla tecnica, ma magari al fisico. Si cerca solo la vittoria, e non si cura l’aspetto della crescita dei giovani”.
Gianni, come trascorrerai questa giornata di festa?
“Bhè, in famiglia, a cas. A Roma, oggi, piove [ride, ndr]”.
La Redazione
M.S.
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