Gigi Riva è un’icona del calcio italiano: bandiera del Cagliari (13 stagioni, uno scudetto, 207 gol segnati, dei quali 156 in serie A), ha giocato 52 partite con l’Italia e detiene ancora il record di gol segnati, 35. Con l’Italia ha vinto l’Europeo nel 1968 ed è stato vicecampione del Mondo nel 1970. Ha ricoperto il ruolo di team manager della Nazionale per 13 anni e 6 Mondiali, dal 1990 al 2013.
Le federazioni dovrebbero pagare i club per ogni convocazione dei calciatori nelle Nazionali?
«Spero sia una provocazione… Le federazioni non potrebbero mai sostenere un costo del genere. Non ci sono i fondi per pagare i club per ogni calciatore, non dimentichiamo che ne sono tanti, almeno 23, ogni volta che si gioca. Figuriamoci se ce ne potrebbero essere per ogni convocazione».
Il presidente del Napoli ha fatto l’esempio di Cavani, calciatore pagato 64 milioni e quindi investimento da difendere, con l’Uruguay che dovrebbe pagare 1 milione per ogni convocazione…
«Non è possibile. Le federazioni nazionali hanno pochi introiti, ovvero l’incasso derivante da qualche sponsor e dalla vendita dei biglietti delle partite. Semmai dovesse passare un’idea del genere per le federazioni non ci sarebbe più sopravvivenza, questo è sicuro».
Ma per i calciatori la selezione del proprio Paese resta un traguardo?
«Partecipare rappresentando la propria nazione ad un campionato Mondiale o ad un Europeo ha un fascino incredibile, resta un obiettivo per tutti i calciatori. Queste competizioni hanno molto più valore anche del campionato italiano. Per tutti è un grande orgoglio giocare con la maglia della Nazionale, un sogno, il punto più alto della carriera».
La provocazione di De Laurentiis conferma un rapporto club-federazioni sempre più complicato: è uno scontro di interessi economici?
«Questo è indubbio. Sino a pochi anni fa non trovavo giusto non rimborsare le società per gli infortuni occorsi ai propri calciatori impegnati con le rispettive Nazionali. Ora esiste un indennizzo in casi del genere. Per un calciatore giocare una partita in più non è certo penalizzante, la società d’appartenenza non subisce danni, anzi il valore del calciatore aumenta sul proscenio internazionale».
Insomma la proposta del presidente del Napoli non avrà un seguito?
«Non credo proprio che possa trovare adesioni. Per un calciatore partecipare ai Mondiali con la propria Nazionale è il massimo e, ripeto, è giusto rimborsare i club in caso di infortuni. Al contrario, visto che il valore di molti calciatori cresce dopo una partecipazione ad una competizione internazionale, mi verrebbe quasi da dire che i club dovrebbero, invece, pagare le Nazionali per la valorizzazione del loro campione».
Il calcio del futuro avrà ancora spazio per le selezioni dei Paesi?
«Lo spero, già è difficile con il calendario attuale consentire all’Italia di prepararsi bene. Non dimentichiamoci che i club ottengono anche un compenso economico per la partecipazione dei propri calciatori ad Europei o Mondiali, penso basti così. Insomma quella di De Laurentiis non mi sembra che sia stata poi una grande uscita»
Fonte: Il Mattino.
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