E bravo Totò! Perché? Semplice. E’ sempre lì ed ancora sicuro del suo posto per almeno un anno. Ma quale posto? Qui viene il bello, perché Salvatore Aronica, 34enne di Palermo (quarto in graduatoria di anzianità dopo Colombo, Grava e De Sanctis), cresciuto a Mondello, eclettico difensore girovago, non ha un vero e proprio posto fisso.
Cioè, a parte il contratto rinnovato con piena soddisfazione da ambo le parti, che gli garantisce un anno di Napoli, con opzione di un altro anno se le presenze dovessero essere minimo 23 (con un minimo di 45 minuti giocati) Totò in campo è un tuttofare della difesa senza un vero e proprio posto assegnato.
Insomma adatto a svariate soluzioni, in primis quelle difensive, ma se occorre anche a spingere lungo l’out, sino a crossare per le punte. Quindi uno e trino, almeno. Una cosa di certo non improvvisata, visto che Mazzarri lo conosceva molto bene già dalla parentesi reggina, quella eroica della salvezza con handicap per intenderci (ben 11 punti), vissuta a tutto gas dal “lucchetto” palermitano, già allora testato in più ruoli. E perciò arrivato a Napoli dietro espressa richiesta del tecnico e con certificazione ad hoc e marchio di garanzia.
E infatti lo abbiamo visto al fianco di Cannavaro e Campagnaro, ma anche sganciarsi appena possibile sulla corsia di competenza, e persino fare il metronomo tra Fernadez e Fideleff. Che vuoi di più?
Pensiero gentile ma soprattutto sincero, visto che prima del rinnovo in azzurro, il patron palermitano lo avrebbe preso molto volentieri (si vociferava scambio più soldi per Balzaretti). E non facendone affatto mistero. Fatti, non parole. Ha fatto rimpiangere Ruiz o Britos, che lo precedevano nelle gerarchie? Nient’affatto. E poi giocando sempre, in ogni dove e in ogni competizione.
Dal Campionato alla Coppa Italia, dall’Europa League alla Champions. Forse solo Mazzarri e lo stesso giocatore potevano immaginarlo. Forse potevano immaginare che avrebbe giocato 131 partite in azzurro, ma probabilmente non si sarebbero potuti spingere a pensare che avrebbe duellato con i vari Balotelli, Gomez, Rossi ed Aguero, sollevando poi anche la Coppa nazionale. Ed arrivando a 243 presenze in A, partendo dalla Juve (con una sola) dopo il Bagheria, e passando per Crotone, Fiorentina, Ascoli, Messina e Reggina, prima di trovare l’azzurro, colore che gli dona particolarmente.
Del doman non v’è certezza, ma dell’oggi lui sarà particolarmente lieto.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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