Avanti tutta, avanti tutti: con i tenori che passano a tre, Pandev che sta nei pressi, e l’ottimismo della volontà che ingigantisce a vista d’occhio quel gradino del podio che spazia sino alla Champions. Avanti tutti, da Lavezzi in poi, in uno sprint lanciato a sorpresa con la «doppietta» su Novara e Lecce, l’elisir per allungarsi la vita e darle un senso compiuto. Roma-Napoli comincia con largo anticipo, immediatamente dopo il blitz di «via del Mare», e con una cura maniacale dei dettagli, con un rigore teutonico che trascina Lavezzi nel ritiro anticipato sin da mercoledì sera, e il desiderio di approdare all’Olimpico fresco come un pocho.
(PURE) LUI C’E’ – Meno quattro: il conto alla rovescia comincia a notte fonda, il 25 aprile, dinnanzi alle immagini dell’impresa del Bayern di Monaco che induce a rileggersi dentro, a lustrare il proprio percorso in Champions, a rimuovere ogni traccia di amarezza per quell’eliminazione e a caricarsi in spalla ciò che resta di un anno fantastico e ancora meravigliosamente vivo, da attraversare lasciandosi cullare dall’ondeggiamento di Lavezzi, dalla sua verve e dalla sua fantasia, da una spruzzata di genialità ulteriore per accreditarsi ulteriormente. Lui c’è, eh sì, pure lui, che ha smesso di combattere con i flessori e s’è catapultato a Roma per candidarsi al rientro, per rientrare nel coro, affiancando Hamsik e Cavani.
STILE INGLESE – Dal Novara al Lecce, dal san Paolo al Salento, dalla nebbia di quella crisetta (due pareggi, tre sconfitte consecutive) allo splendore d’un panorama che induce a stropicciarsi gli occhi: la Lazio è un passettino avanti, ma il 2-0 prima e lo 0-2 dopo hanno spalancato il cuore alla speranza e trasformato la miseria di quelle cinque domeniche gelide nella nobiltà d’un traguardo accattivante. Si ricomincia, con l’allegria contagiosa d’un Lavezzi peraltro affamato, con la possibilità di potersi concedere persino un Pandev in più e con una squadra che però ha offerto dimostrazione di sé, della sua stabilità, di un equilibrio tattico e di una personalità persino insospettabile, visti i recenti precedenti.
UNO, DUE E TRE – L’aritmetica non è un’opinione e però quei sei punti in centottanta minuti hanno consentito di lasciarsi l’Udinese alle spalle, di tenere l’Inter a distanza, di avvicinare la Lazio sensibilmente, di ritrovare l’ispirazione di Cavani, di far riemergere il talento un po’ appannato di Hamsik, di far esplodere come una mina vagante un Gargano incontenibile, di consolidare l’affidabilità (dei vecchi tempi) della difesa e di far riposare il Lavezzi acciaccato, la scheggia impazzita da poter utilizzare, l’asso da calare nel poker decisivo.
IL TRIO DEL GOL – Avanti tutta, ma avanti tutti segnano e il rientro di Lavezzi offre a Mazzarri la possibilità di riflettere sulle modalità d’uso di quel terzetto delle meraviglie che può spaziare su attaccanti così diversi e però tanto simili, un mix reso esplosivo dalle ventuno reti in serie A (e trenta stagionali) di Cavani e però temibile (a prescindere) con Hamsik e Lavezzi, entrambi già in doppia cifra tra campionato e coppe. I conti tornano e le cinquantuno reti messe assieme dai tre tenori negli otto mesi d’un Napoli irriducibile costituiscono la somma che può fare la differenza: Roma è un sogno Capitale.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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