Per il Napoli non ci sono dubbi: Edinson Cavani, rientrato in Italia ieri sera con un volo di linea da Londra a Roma (e poi a Napoli), da questo pomeriggio torna a disposizione di Mazzarri. E domenica, insieme a tutta la rosa degli azzurri, partirà per Pechino: il club azzurro, in maniera precauzionale, aveva già ottenuto il visto per la Cina per l’uruguaiano. Magari dopo aver prima salutato il pubblico del San Paolo, nel test match di domani con lo Sporting Braga.
Il Matador, ma non c’erano dubbi, ha mantenuto l’impegno assunto con De Laurentiis nel giorno in cui il patron gli ha dato il via libera alla partecipazione ai Giochi Olimpici. Un «sì» non scontato e che molti club hanno negato ai propri giocatori. E Cavani non ha perso tempo, rientrando a Napoli a tempo di record: c’è poi da fare i conti con l’attaccamento alla maglia e alla preparazione che hanno suggerito a Cavani il ritorno. L’unica incognita riguarda, infatti, lo stato di forma del bomber di Salto.
In realtà, la disfatta olimpica ha mandato all’aria i piani del Matador che sperava di rimanere in Gran Bretagna fino all’11 agosto, il giorno in cui c’è in palio l’oro nel calcio. Cavani, ovviamente, alla gara di Supercoppa contro la Juventus non intende rinunciare. Anche se, secondo accordi, Edi dovrebbe godere di altri dieci giorni secchi di «vacaciones». Magari potrebbe godere di qualche «permesso» speciale nei giorni di Ferragosto, non certo adesso. Non è escluso che già oggi Cavani potrebbe fare la sua apparizione al campo di allenamento di Castelvolturno per salutare Mazzarri e i suoi compagni che non vede dalla notte dell’Olimpico.
Un modo anche per rendersi conto dello stato di salute dell’uruguaiano. Mazzarri, infatti, lo ha detto molto candidamente: «Aspetto di vedere come sta», ha spiegato subito dopo l’amichevole con il Bordeaux, tradendo un pizzico di apprensione. Al contrario di altri ritorni di sudamericana memoria, questo di Cavani non è avvolto da nessun giallo. Maradona pescava i dorados sul Paranà e, con la canna da pesca in mano, malediceva il presidente Corrado Ferlaino. Cavani non maledice nessuno. Il Napoli e Cavani, infatti, erano rimasti d’accordo così: Cavani si sarebbe messo a disposizione del suo club l’indomani l’eliminazione della sua Uruguay dall’Olimpico. E così, neppure 24 ore dopo il ko con la Gran Bretagna che ha spalancato le porte dei quarti di finale ai sudditi di Sua Maestà e (clamoroso) al Senegal, Cavani ha preso il volo per l’Italia.
Ovvio che in Cina verrà affidato al preparatore Pondrelli che per lui ha stilato un programma apposito per rimettersi in pari con il resto del gruppo. Perché il vero problema è che Cavani non stacca la spina dall’estate del 2010. Più di 2.500 minuti in campo anno dopo anno con la maglia azzurra e quella della Celeste a partire dall’ormai lontano mondiale sudafricano. Senza contare minuti e chilometri aggiunti giocando per la nazionale uruguaiana e dopo aver partecipato a un campionato del mondo, una Coppa America e un’Olimpiade. Sempre presente, sempre in perfetta efficienza, un impegno che travalica il senso del dovere, magnifico esempio di dedizione alla causa e lealtà sportiva. Da due anni non salta una gara, che sia di campionato, coppa o amichevole. Figurarsi se ha mai pensato di saltare la Supercoppa.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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