All’Olimpico si affrontano Lazio e Genoa, biancocelesti e rossoblù non hanno però niente in comune: i primi alla ricerca di punti per le residue speranze Champions, i secondi apparentemente senza più stimoli, dopo la tanto agognata “vittoria-condanna” contro la Sampdoria nel derby della Lanterna. Al 7′ subito gli uomini di Reja in vantaggio: calcio d’angolo di Ledesma e colpo di testa vincente di Biava, il quale da ex non si lascia andare a grandi festeggiamenti; nell’azione precedentemente citata, è da sottolineare l’ immobilità dei marcatori genoani, Eduardo compreso. Al 12′ sussulto del Genoa: azione personale del napoletano Floro Flores che dribbla come birilli i difensori biancocelesti e tira di potenza, Muslera respinge ma Rodrigo Palacio da pochi passi ribadisce in rete e fa 1-1. Dopo il gol subito i capitolini appaiono intimoriti, dall’altra parte i grifoni, liberi dall’ obbligo di far punti, fanno scorrere bene la palla e tentano intelligenti sortite in attacco; dagli spalti si manifestano i primi segni di insofferenza della torcida laziale. Gli ultimi minuti della prima frazioni di gioco non offrono grandi spunti: il tecnio friulano ex Napoli prova a stimolare i suoi uomini, i risultati non sono d’altronde soddisfacenti, gli “aquilotti” non si rendono mai pericolosi e dimostrano un vistoso calo fisico, complice anche il clima torrido che caratterizza il pomeriggio capitolino. Ad apertua di ripresa la Lazio sembra aver ritrovado mordente: al 52′ Rocchi approfitta di un calcio di punizione che elude la linea difensiva rossoblù, e beffa l’estremo difensore ospite con un tocco di giustezza, 2-1. Ancora biancocelesti al 55′: cross di Ledesma dalla destra e “zuccata” dell’indisturbato Hernanes, 3-1. In pochi minuti gli uomini di Ballardini si fanno bucare con disarmante facilità, l’attenzione del reparto difensivo non è più massimale, poca cattiveria e scarsa intensità nelle chiusure. Il centrocampista brasiliano autore del terzo gol raggiunge quota dieci reti stagionali, avvicinando il record delle undici segnature di Pavel Nedved, stabilito nella stagione 1997/1998. La “profezia” si compie al 66′: assist di Zarate per l’ex calciatore del San Paolo che, all’interno della “desolata” area avversaria, piazza comodamente la sfera nell’angolino basso alle spalle di Eduardo, 4-1. Nonostante il “risveglio” dei propri beniamini, la curva Nord non lesina continui cori di contestazione: obiettivo principale, nemmeno a dirlo, il presidente Claudio Lotito. Il Genoa ha una reazione d’orgoglio al’89’: tiro sbilenco di Criscito dal limite dell’area e deviazione involontaria di Floro Flores, 4-2. Dopo tre minuti di recupero il direttore di gara fischia la fine: il team di Reja sale a quota 63 scavalcando momentaneamente l’Udinese al quarto posto, il discorso Champions non è ancora chiuso.
Antonio Fusco
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