Un dato è emerso con lampante chiarezza dalla ultime due trasferte di Coppa: c’è un Napoli Uno e ci sono le riserve del Napoli Uno. Il Due, purtroppo, all’appello non si è presentato. E’ una lezione che va ben oltre l’Europa League, che riguarda il campionato e coinvolge (come ha detto chiaramente Mazzarri) il mercato. E’ evidente che a gennaio il tecnico chiederà che qualcuno vada via e qualche altro arrivi. C’è una differenza abissale tra la squadra che si esibisce in campionato e quella che è stata mandata tre volte in campo nel torneo europeo. Qualità tecnica, ma non solo. Ci sono giocatori che, per un motivo o per un altro, non sono ancora in grado di offrire alla squadra il contributo atteso o sperato. L’esempio più evidente è Donadel. Può tornare utilissimo, al Napoli: ha le qualità, ha l’esperienza internazionale che ad altri manca, ha la personalità che gli deriva da una milizia calcistica di lungo corso. Ma ha anche sulle spalle un anno di inattività, una acquisita desuetudine alla partita, una condizione di forma ancora imperfetta. Probabilmente è recuperato da un punto di vista sanitario, ma non sembra esserlo da un punto di vista fisico-atletico. Regge bene per venti, trenta minuti poi comincia ad annaspare. E forse è normale che sia così visto quel che ha passato. Ecco perché appare un po’ avventuroso pensare che intorno a lui possa ruotare una “squadra-due”. Al momento sembra essere più che altro un puntello “emergenziale” per la Squadra-Uno, da utilizzare a piccole e crescenti dosi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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