Stretti fra Buffon e il fantasma diBerbatov, i bulgari provano ad esorcizzare l’anonimato della propria nazionale come possono, rilanciando sui giornali le paure dell’Italia o più semplicemente prendendosela con l’attaccante del Fulham, in piena crisi esistenziale anche in patria, reo di aver lasciato soli i pochi talentuosi colleghi come il portiere figlio d’arte Mihaylov o il bomber Popov. Anche questa Sofia semi deserta, complice un lungo ponte per la festa della riunificazione, con gli abitanti in fuga sul Mar Nero per l’ultimo sole estivo, contribuisce a rendere i toni bassi della vigilia: pochi tifosi, stasera saranno al massimo 15.000, in una quiete che tutti sperano non preluda alla tempesta. Il rischio è che le frange più estreme della tifoseria di Sofia vogliano vendicare lontano dallo stadio, per le strade del centro della città, quella bandiera bulgara bruciata quattro anni fa dagli Ultras Italia. Una ferita che fa ancora male, nonostante allora alcuni tifosi italiani fossero stati poi arrestati. L’allarme viene lanciato anche dalla stampa bulgara che riporta la mente a quel 18 ottobre del 2008. Si giocava la qualificazione al Mondiale sudafricano, ma lo zero a zero fra Bulgaria e Italia fu preceduto e seguito da scontri declinati attraverso cori fascisti, simboli nazisti, lanci di bottiglie, pietre, petardi. Uno spettacolo deprimente in mondovisione che stavolta dovrebbe essere evitato dall’esiguo numero di ultras italiani, una cinquantina, provenienti dal Triveneto, dalla Puglia, quelli che odiano la nazionale multietnica, che il Viminale segue con attenzione estrema. Anche la Bulgaria comunque ha chiesto un piano di cooperazione a livello d’intelligence con la nostra polizia, e intorno allo stadio mobiliterà 1000 uomini.
Fonte: sportmediaset.it
La Redazione
A.S.
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