A fine gara Walter Mazzarri ha dichiarato a tutti i microfoni quello che in molti già pronosticavano: il suo ciclo napoletano è giunto al capolinea. Non senza commozione, non senza ripensare ai risultati e alle soddisfazioni ottenuti, che certamente resteranno nella memoria del tecnico più del 2-1 incassato a Roma nella sua ultima serata seduto sulla panchina azzurra. Mazzarri lascia un Napoli che anche nel primo tempo capitolino ha mostrato di aver raggiunto un importante grado di autostima e maturità, prima di mollare il timone nella ripresa e permettere ai i padroni di casa di segnare le due reti utili a portarsi a casa la vittoria. Mazzarri ha rinunciato all’annuncio prima dell’ultima al “San Paolo”, sacrificando il saluto del suo pubblico ad una convinzione strategico-psicologica: che i suoi avessero bisogno di restare concentrati fino alla fine. Un segno della professionalità del tecnico, non infallibile ma di certo votato alla causa e disposto a dare tutto quello di cui fosse capace.
Il suo Napoli ha cominciato bene anche a Roma, messo in campo con ordine e disciplina e orientato ad una partita attenta, con Behrami davanti alla difesa a chiudere un rombo con il terzetto della difesa, e Zuniga appiccicato a Lamela e capace di fermarlo quasi sempre, nonostante l’ampia gamma di numeri balistici a disposizione dell’argentino. I calciatori azzurri hanno applicato un ottimo pressing in fase passiva, coprendo tutti gli spazi per lasciare poco campo ai padroni di casa, e controllando con calma le manovre innocue dei giallorossi. E spezzando poi il ritmo con ripartenze veloci e verticali, dettate da un Hamsik che come direttore d’orchestra è stato impeccabile in questo finale di stagione. A metà tempo Cavani aveva già fallito un’occasione ghiotta e reclamato un rigore che sembrava esserci, ma dal 30′ la Roma è cresciuta e nel finale ha pareggiato il conto delle palle-gol con un clamoroso palo di Lamela, dopo una bella respinta di Rosati su tiro a giro di Marquinho. Primo tempo chiuso 0-0 con meno spettacolo rispetto alle attese.
Lo stesso Marquinho ha aperto la ripresa con un gol che è una mezza prodezza, ma soprattutto un segnale del fatto che la Roma avesse ricominciato da dove aveva lasciato, e che il Napoli pian piano si stesse abbandonando ad un progressivo letargo di fine stagione. Per 10′ Cavani ha sbracciato per richiamare i suoi a risollevare un baricentro troppo schiacciato, e Mazzarri ha provato ad aiutarlo inserendo Armero per Britos e passando così alla difesa a quattro. Ma 3′ dopo è arrivato invece il raddoppio, ad opera di Destro, fortunato sul rimpallo beffardo che ha determinato una sorta di autorete di Rosati. Dopo un quarto d’ora, il 2-0 era la massima punizione per l’atteggiamento tattico del Napoli, che a questo punto ha cominciato a sbandare anche per la serata negativa del neo-entrato Armero, impreciso e vittima dei suoi limiti tecnici. La confusione tattica è persino aumentata quando Mazzarri ha tentato il tutto per tutto, inserendo Calaiò ma togliendo Cannavaro e dirottando così Behrami al centro della difesa.
Nei minuti conclusivi il Napoli però si è ricordato di essere il Napoli, ovvero la squadra seconda in classifica e titolare del miglior attacco del torneo: ritrovato l’orgoglio, gli undici azzurri in campo si sono riversati nella metà campo giallorossa, e il tentativo tardivo ha fruttato almeno la rete della bandiera con il solito, immancabile Cavani. Ma il forcing finale è arrivato troppo tardi e non è bastato, producendo soltanto, finalmente, un bello spettacolo favorito da due squadre lunghissime e pigre nel rientrare sulle ripartenze avversarie; anche la Roma ha creato pericoli dalle parti di Rosati e, in definitiva, ha legittimato il vantaggio che è rimasto immutato fino al fischio dell’arbitro. Ma anche la prima sconfitta della splendida primavera azzurra non ha sminuito, nel gioco, la crescita che il Napoli ha mostrato dal 3-2 all’Atalanta del 17 marzo fino al 2-1 al Siena nell’ultima al “San Paolo”, collezionando otto vittorie e un solo pareggio e permettendo a Mazzarri di salutare Napoli con un meritato secondo posto.
A cura di Lorenzo Licciardi
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