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Ripresa degli allenamenti? Carnevali: “Certo che no! Allibito da alcune dichiarazioni”

Le parole del dirigente

L’amministratore delegato del Sassuolo Giovanni Carnevali ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ‘Telelombardia”. Dalle fughe all’estero, passando per i litigi in Lega e l’eventuale ripresa del campionato: tanti i temi affrontati dall’ad neroverde.

Qual è la posizione dei club sulla volontà di alcuni giocatori stranieri di lasciare l’Italia?
“Noi non abbiamo avuto emergenze e problemi di Coronavirus. Non abbiamo avuto, per il momento, nemmeno richieste di andare via. Abbiamo suggerito a tutti in maniera forte di restare a casa e fino ad oggi questa linea è stata rispettata. Anche perché se un giocatore va all’estero quando rientra deve poi rispettare un periodo di quarantena e non sapendo quando ripartiranno gli allenamenti questo potrebbe essere un problema”.

Potreste anche prendere dei provvedimenti?
“Non possiamo obbligare nessuno, è una questione di buonsenso. Nel momento in cui un giocatore non rispetta la volontà della società, quando rientra dovrà poi rispettare tutta una serie di normative. Non possiamo poi rischiare che altre persone della società possano ammalarsi. Dobbiamo sperare nel buonsenso da parte di tutti”.

Nel momento della bufera in Lega voi da che parte vi siete schierati?
“Molte di queste persone parlavano in modo irresponsabile, in una situazione drammatica come quella di adesso non si può pensare di far svolgere allenamenti ai ragazzi. In molte dichiarazioni sono rimasto allibito. Noi non prenderemo mai alcuna decisione singolarmente ma solo su indicazione dei medici sportivi. Sono loro che devono darci le indicazioni giuste perché la cosa più importante è la salute di tutti”.

Come la giustificavano la loro posizione i club che invece spingevano per il ritorno gli allenamenti?
“Col fatto che, fino a pochi giorni fa, non c’era l’obbligo di non potersi allenare. Però per me certe persone parlavano in modo spropositato”.

Ti aspetti che i vostri tesserati vi diano una mano sul fronte stipendi?
“Penso che sia interesse da parte di tutti mantenere la sostenibilità del sistema. Credo non ci saranno problemi, i giocatori spesso sono accompagnati da un’etichetta che non è quella giusta. Se ci sediamo possiamo ragionare, i giocatori se ne rendono conto come tutti noi delle difficoltà di questo momento. Questa situazione non riguarderà solo il calcio e di fronte a certe esigenze è più che corretto fare determinati ragionamenti”.

Avete fatto una stima sul quanto può costare lo stop del campionato o addirittura la chiusura del campionato in anticipo?
“In questi giorni ci sono stati tavoli di discussione su tanti argomenti, la Lega s’è affidata a un importante società di revisione che ha cercato di stabilire le eventuali perdite: sia nell’ipotesi di portare al termine il campionato a porte chiuse, sia nell’ipotesi che il campionato non si disputi. Sono state fatte delle valutazioni. Ma oggi il problema è un altro, ci sono delle grosse mancanze. Si parla di riprendere gli allenamenti quando non ci sono nemmeno le mascherine. Si porta avanti un lavoro continuo di giorno in giorno, con la speranza di portare al termine il campionato. Ma non sarà facile”.

La bagarre Scudetto così aperta condiziona le assemblee?
“Le assemblee non sono mai semplici, ci sono 20 presidenti con posizioni differenti e questo non facilita il lavoro e il buon risultato di quello che si vorrebbe portare al termine. Deve esserci una regolarità del campionato nel momento in cui si riesce a ripartire, si parla tanto di quando iniziano gli allenamenti e mi piacerebbe che tutti ripartirebbero dallo stesso giorno. Deve esserci una lealtà sportiva, non è giusto che uno inizi una settimana o dieci giorni prima di un altro perché c’è chi può farlo e chi non può. Poi a me piacerebbe che il campionato proseguisse anche oltre giugno, ma fare oggi programmi è molto difficile. Dobbiamo pensare alle varie soluzioni dandoci anche dei tempi. Sarebbe bello chiudere questo benedetto campionato”.

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