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Rientrano i Nazionali, comincia il primo “tour de force” della stagione

NAPOLI – Mertens, il primo. Poi, Armero: già diffidato e ammonito. E perciò subito in viaggio. Uno, due, e ora gli altri. In fila. Attesi. Coi piani volo incastrati e gli orologi da sincronizzare con l’ora esatta di Castelvolturno: oggi pomeriggio c’è allenamento. Dieci i nazionali. L’azzurro qua e là per il mondo. Bandiere issate, orgoglio di un progetto che sventola.
Finalmente si torna. Fatica, stress e un po’ di ore di sonno da recuperare: si fa prima quando l’umore è alto. Le classifiche dei gironi mondiali il termometro dello stato d’animo. Maggio e Insigne azzurri doppi e felici. Li aspetta il Brasile. E precisi all’appuntamento saranno anche i tre svizzeri: lanciati, lanciatissimi verso Rio. Già rassegnato Pandev. E ora anche Marek Hamsik: gol bello e inutile contro la Bosnia. La Slovacchia è fuori. Raul Albiol e Pepe Reina freddati da Vargas. Zuniga da Cavani.

NAPOLI OVUNQUE – Osservato, monitorato, seguito da Benitez fino a tarda notte. Lume e tv accesa. Sennò un sms per relazione: prestazione, minuti giocati e soprattutto le condizioni. Il sospiro è stato di sollievo: nessun acciacco, tornano tutti sani, pronti e in ballottaggio. E sì. E’ il turn over che comincia: esigenza ancor più che metodo. Si gioca ogni tre giorni, campionato e Champions, e nelle gambe ci sono pure le nazionali. Deciderà Benitez. Che prima deve però capire. Una chiacchierata vale più del campo: sensazioni, idee e anche confessioni. Chi è stanco lo dica, ci sarà spazio per tutti. Sei partite in diciotto giorni. Senza mai tirare fiato. E dopo altre ancora. Il tour de force è una stretta mozzafiato. Atalanta e Borussia Dortmund notti per centomila al San Paolo. Trasferta a San Siro col Milan. Il Sassuolo a metà settimana, derby dell’amicizia col Genoa e dopo l’Emirates, Londra, l’Arsenal di Wenger. Tutto per tutti. Perchè c’è bisogno dell’intero organico, il più “concentrato” della serie A: 24 giocatori, 2 titolari veri per ruolo. Come ha voluto Benitez. Pochi ma buoni insomma. Anzi, giusti ma buoni. Con gli ingaggi saliti parallelamente alla qualità.

IL CAMPO –  La formazione, un’ipotesi per ora. Seppur concreta. Le sensazioni più delle indicazioni. Si aspetta oggi, il gruppo unito, le verifiche di Benitez e le pettorine. Le prime. Ballottaggi, però. Sicuri. E quindi certezze e speranze di chi fin qui ha giocato poco o mai. Higuain titolarissimo anche per chi di titolari, per principio, non ne ha. Il Pipita gioca, c’è. E anche Callejon, rimasto a Napoli ad allenarsi. Mertens è pronto, Insigne scalpita, Hamsik è insostituibile. Pure se con la Slovacchia ne ha giocate due di fila come Pandev. E pure lui è umano. Aspetta Cannavaro. Sarebbe per lui il debutto. Armero sembra più fresco di Zuniga. Mesto è un’idea. Dzemaili, Inler e Behrami il rompicapo per tutti. Benitez come Hitzfeld, ct della Svizzera: tre mediani per due maglie. La statistica dei minuti giocati direbbe fuori Behrami. Ma prima almeno un allenamento…

fonte: Corriere dello Sport

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F.G.

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