Dopo le immagini choc di via Cilea che ritraggono all’esterno di una nota paninoteca della zona decine di riders ammassati in attesa di ritirare la loro consegna, sui social è montata una vera e propria bagarre. Da un lato chi si schiera con i commercianti, sottolineando le difficoltà di lavorare e, contemporaneamente, far rispettare le distanze di sicurezza, dall’altro chi, invece, punta il dito proprio contro i commercianti, chiedendo un maggior rispetto delle normative sul coronavirus che impongono il distanziamento sociale.
Una questione di non poco conto – specie se si considera il potenziale rischio causato da un contatto cosi “stretto” da parte di decine di lavoratori – che ha visto l’intervento, pochi minuti fa, dello stesso presidente della Regione Vincenzo De Luca. Il numero uno di palazzo Santa Lucia ha lanciato delle vere e proprie bordate contro i commercianti, sottolineando le loro precise responsabilità sul mantenimento delle distanze minime di sicurezza tra i lavoratori impegnati nel delivery. Poche ore fa, in un video di scuse, Egidio Cerrone, titolare della paninoteca “Puok Burger”, finito nell’occhio del ciclone proprio per il maxi assembramento di riders, ha sottolineato come la sua attività non aveva alcuna responsabilità diretta sulla gestione degli assembramenti ed ha ribadito il tentativo fatto – senza risultati a giudicare dalle immagini – di distanziare i lavoratori.
«Non ho voluto considerare le immagini di lunedì, ho preferito non prenderle in considerazione – ha affermato in diretta social Vincenzo De Luca in riferimento alle immagini del lungomare di Napoli preso d’assalto dai runners – perché relative ad una prima fase di effervescenza. Mi sono poi arrivate immagini di ieri da via Cilea, dove davanti ad una rosticceria sono presenti una ventina di riders, un assembramento di una trentina di persone. La cena – ha proseguito il presidente della Regione – purtroppo si svolge in un orario che è abbastanza definito e sono due ore, non credo che si possa fare molto altro. Quello che invece si ha il dovere di fare è di evitare gli assembramenti. E questo – ha rimarcato – è un dovere che hanno gli esercizi commerciali, perché non possiamo mettere le sentinelle davanti ad ogni esercizio commerciale, soprattutto davanti a quelli che sono impegnati nel cibo d’asporto. Se non vi è senso di responsabilità e di autocontrollo diventa complicato evitare un riaccendersi dell’epidemia».
Fonte: ilmattino.it
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