Caro Presidente,
E’ un ragazzino di appena 16 anni che le scrive. Lo fa per spiegarle il suo amore per il Napoli e per lo stadio. 15 anni per convincere i miei genitori di concedermi il permesso di andarmi, 14 partite su 18 seguite allo stadio nella passata stagione calcistica dove il Napoli mi ha fatto desiderare di nascere 30 anni fa, facendomi vivere emozioni simili a quelle in cui non ero ancora nato.
Andare allo stadio è una gioia immensa, perlopiù al S. Paolo, ogni volta che ci vado mi capita di rabbrividire quando si oltrepassa il tornello e si sente tutto l’impianto gremito di tifosi iniziare a fischiare l’ingresso degli avversari, iniziano a tremarmi le gambe quando sto per varcare la soglia delle scale, mi scende una lacrima quando inizio ad intravedere quel prato di color verde circondato da migliaia di persone, inizio a piangere quando il Napoli fa gol.
Vede signor Presidente, le scrivo soprattutto per dirle che non può far giocare il Napoli la Champions League allo stadio Olimpico, perché 21 anni di sacrifici e sofferenze al S. Paolo, dopo vedere squadre del calibro del Milan e Juventus, che 21 anni fa, ci temevano più di qualcunque altra squadra, vincere campionati su campionati e noi pativamo sui campi di Gela e Manfredonia, dopo tutto questo tempo, non può farci sentire quella musichetta in uno stadio che non è nostro, e soprattutto non può impedire a noi minorenni di seguire il nostro Napoli, perché come tutti, siamo tifosi anche noi!”
Gennaro Trancone
