Non è la fine di un sogno ma è solo un’aspettativa tradita in una notte nella quale smarrirsi e non ritrovarsi più cerca ragione in una serie di variabili: dalla stanchezza di giovedì all’assenza di Lavezzi , per finire ad una terna arbitrale che non trova giustificazioni sfoggiando una prestazione chock che dava il là ai successivi due goal. Un tre a zero che racconta il vero negando l’essenziale, e come succede da queste parti alla sconfitta si aggiunge la polemica nella ricerca di tanti perché.
Perché un Napoli inesistente ed un arbitro ancor peggio. Dove ha sbagliato Mazzarri e dove iniziano i meriti del Milan. Ci si chiede se sognare è stato delittuoso e i pessimisti si domandano se la squadra reggerà fino alla fine.
L’incertezza si nutre di dubbi e il dubbio genera la paura. Occorre proteggersi ora più che mai. Senza se e senza ma. Stringersi ancora più forte intorno alla squadra in vista della gara di Brescia che stavolta assume un contorno simile ad una superfinalissima pronta a far dimenticare la notte di Milano.
Non occorre chiedersi e perdersi in tutti quei perché le cui risposte non portano da nessuna parte. Stiamo con la squadra. Proteggersi , perseverare, dimenticare. Ricompattarsi perché una notte non cancella un campionato condotto con vigilanza e perseveranza. Alla fine, ma solo dopo i 90 minuti di Torino sarà giusto ( ma non sappiamo se funzionale) chiedersi chi siamo e dove stiamo andando nel prossimo futuro. Undici partite da vivere tutte d’un fiato. Non esiste altra ricetta in questo momento che scudarsi da ogni rumore inutile da una notte che ci lascia attoniti e con l’amaro in bocca. E’ il momento di reagire come questa squadra ci ha abituato!
di Alessandro Tullio e Gaetano Savastano del gruppo “Amo il Napoli Calcio”
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