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Riceviamo e pubblichiamo- “Banane e rafanielli”, la serata di Benitez e le scelte al supermercato

"Stasera niente frutta", un tifoso racconta la sua particolare serata tra entusiasmo e incomprensioni, situazioni legate all'arrivo di Benitez

Con piacere ospitiamo la lettera di un tifoso che ha voluto raccontarci un aneddoto personale che coincide con la serata in cui il Napoli ha ufficializzato Benitez sulla sua panchina.

Ecco la lettera:
Sono in ufficio, la mia giornata lavorativa volge al termine ed ormai inizio ad assaporare quella piacevole sensazione di liberazione che di lì a poco si materializzerà, dopo aver timbrato l’uscita: si tratta, più o meno, della stessa emozione che prova un tifoso allo stadio quando realizza che mancano ormai pochissimi minuti al termine di una partita che la sua squadra sta vincendo. In quel momento quella piacevole sensazione diventa collettiva e come per incanto quel tifoso insieme a tanti altri inizia ad intonare cori e canti di gioia come se la partita fosse già finita, ma non è così. L’arbitro non ha ancora fischiato, potrebbe succedere di tutto e lo stesso vale per me che sono in ufficio. Molti miei colleghi temono la telefonata del direttore che potrebbe portare direttamente agli straordinari, in pratica i nostri tempi supplementari dei quali faremmo volentieri a meno, io invece temo un’altra telefonata…quella di mia moglie che solitamente colpisce in zona “Cesarini” e cioè tra le 17.55 e le 18.00, per dirmi che ha dimenticato di comprare qualcosa e che tocca a me provvedere. Oggi è la frutta che non ha preso, ed io appena uscito dal lavoro sono andato al supermercato, si perché amo scegliere e preferisco sbagliare da solo piuttosto che essere “guidato” dal commerciante di turno. Sono in uno di quei supermercati che al sud, a casa mia, non esistono, solitamente sono molto lento ed oculato nella scelta, ma alla fine prendo sempre le banane, l’unica frutta mangiabile. Il resto è tutta roba che va sbucciata con il flex e dal sapore approssimativo. Eccomi davanti al banco delle banane, tutte le confezioni si presentano bene ma ognuna di esse ha almeno un frutto che è praticamente in fin di vita, ho quasi fatto la mia scelta e proprio mentre è in corso la finalissima squilla il cellulare, temo un’altra richiesta, il nome del chiamante inizia per A ma fortunatamente non è lei, è Augusto, un mio caro amico che mi chiama da Napoli per annunciarmi con un certo entusiasmo che è Benitez il nuovo allenatore del Napoli. E’ contentissimo, temeva che la scelta potesse ricadere su altri e sperava che alla fine fosse proprio lo spagnolo quello prescelto. Lo spagnolo, già, ma il presidente non aveva detto che avrebbe preso uno con la “napoletanità” nel sangue?! E’ vero che molti napoletani hanno degli avi spagnoli, che la nostra principale strada porta il nome di una città appartenuta al regno di Castiglia e che abbiamo anche i “quartieri spagnoli”, ma in pochi pensavano a Benitez dopo le ultime dichiarazioni del presidente. In verità la prima cosa che mi è venuta in mente è il soprannome che noi tifosi gli affibbieremo, allungando il nome e non accorciandolo, come di solito accade: Rafael Benitez sarà per tutti noi…RAFAniello, che, per chi non lo sapesse, in napoletano significa ravanello. Ed è proprio due banchi più in là, dopo i pomodori e le carote che scorgo quello dei ravanelli, un ortaggio conosciuto fin dall’antichità per le sue proprietà rilassanti…l’ideale per una piazza calda e vivace come quella di Napoli. Le mie prime considerazioni sono improntate all’ottimismo, penso ai successi con il Valencia, all’incredibile vittoria in Champions con il Liverpool, al recente successo ottenuto con il Chelsea ed alla sua probabile  voglia di riscatto nel nostro campionato dopo l’esperienza non proprio felice alla corte di Moratti. Si, sono proprio contento della scelta di De Laurentiis, non sarà facile sostituire Mazzarri dopo l’eccellente lavoro svolto, ma credo che Benitez rappresenti un passo in avanti ed il fatto che un tecnico di grande valore ed esperienza come lui abbia scelto di venire a Napoli è un’ulteriore conferma del buon lavoro fatto dalla nostra società e della buona considerazione di cui ormai godiamo anche all’estero…almeno in tema calcistico. Bene, come il mio amico Augusto sono entusiasta ed il mio buonumore aumenta alla vista del posto libero per la mia auto proprio sotto casa, in verità, nella città in cui vivo da qualche anno, parcheggiare non è stato mai un problema, ma evidentemente sono ancora sotto choc per i miei trascorsi a Napoli, dove trovare un posto, lavoro, destinazione o parcheggio che sia, è stata sempre un’impresa titanica. Eccomi finalmente a casa, entro salutando e ridacchiando sotto i baffi, non vedo l’ora di dare al resto della famiglia la buona notizia. I bimbi intuiscono subito che c’è qualcosa di piacevole che sta per accadere ed anche mia moglie sembra pensare ad un piacevole ed imminente evento positivo, decido di non farli soffrire oltremodo e li convoco immediatamente in salotto per l’importante comunicazione. Sono emozionato, provo lo stesso entusiasmo che deve aver provato il presidente qualche secondo prima di dare l’annuncio della firma del nuovo allenatore. Eccoli, sono tutti davanti a me ma il loro entusiasmo si spezza improvvisamente quando realizzano l’argomento della notizia. Un secondo dopo mi ritrovo improvvisamente solo, l’annuncio del nuovo allenatore non ha riscosso il loro interesse. Forse mi sono lasciato influenzare dall’eccessivo entusiasmo di Augusto, forse è perché non sanno delle imprese di Benitez o forse non gliene frega proprio niente. Mia moglie è della capitale e tifa Roma, mia figlia (undici anni) è totalmente disinteressata e mio figlio di cinque  ha un solo idolo…Spongebob. Si, probabilmente è così, non gliene frega proprio niente. Mi reco in camera leggermente deluso per non aver avuto l’opportunità di condividere con loro il mio entusiasmo per la scelta del nuovo tecnico del Napoli quando la porta si apre bruscamente, mia moglie appare visibilmente contrariata e con il tono della voce leggermente alterato mi dice: “ti avevo detto di prendere la frutta ed adesso ai bambini cosa gli diamo…i ravanelli?!”  

 

FABRIZIO ALOJ

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