«Da stamattina tutti mi chiamano per questa scarpetta, ma io non ce l’ho. Anzi, non ce l’ho più. Ed ho pianto quanto ho saputo che non la potrò neppure più rivedere». Vincenzo Palermo sta vivendo un momento di notorietà inatteso, che fa affiorare ricordi stupendi, ma anche momenti da sospiro profondo. Perché dopo l’articolo apparso sul Mattino di mercoledì, s’è riconosciuto in quella foto ed ha fatto svelare la propria identità con una telefonata della figlia Antonietta in redazione. Subito ha ricevuto la visita della troupe televisiva olandese. Il motivo è presto detto: la tv olandese Bureau Sports, attraverso un format paragonabile a quello delle «Jene», ha scovato su Yuotube un video che ritrae Vincenzo accaparrarsi una scarpa speciale: quella di Diego Armando Maradona, lanciata dal Pibe il dieci maggio del 1987, all’interno dello stadio San Paolo, pochi minuti dopo aver regalato al Napoli il suo primo storico scudetto. Un giornalista dei Paesi Bassi si fionda a Capodichino, sperando di avere tra le mani qualcosa di particolare per celebrare i venticinque anni del primo scudetto partenopeo. In effetti, quello che ti aspetti, entrando in casa Palermo, è una teca luccicata quotidianamente. Ti ritrovi, invece, Vincenzo che ti parla sottovoce, quasi confessando un peccato: quello di aver regalato quel cimelio. «Era – spiega – una gioia incredibile avere tra le mani qualcosa di Maradona. Dopo aver raccolto la scarpa di Diego la alzai al cielo, quindi la strinsi al petto, sotto la camicia. Poi, tornai a casa e lì successe il guaio». Infatti, il tono della voce diventa più grave ed anche lo sguardo della famiglia si fa quasi accusatorio. «Rientrai dopo la festa al San Paolo. C’era tutta la famiglia, anche parenti che avrò visto pochissime volte. E c’era anche un mio nipote che guardava questa scarpa, che la accarezzava, che la voleva a tutti i costi. Sapete come si chiamava? Diego! Come potevo non regalarla?» La domanda è retorica, il rammarico è grande. «Perché avrò rivisto questo ragazzo, che oggi è diventato uomo ed ha messo su famiglia, pochissime altre volte. Oggi (ieri ndr) – continua Vincenzo Palermo – che ho provato a contattarlo per farmi riportare, anche solo per un pomeriggio questa scarpetta, non si è fatto trovare. È sparito da Pomigliano, dove vive, e nessuno mi ha voluto dire dove si trova». Anche la tv olandese resta un po’ spiazzata, si deve accontentare delle foto e dei ricordi di Vincenzo. «Quando ho chiamato il Mattino dopo aver letto l’articolo, speravo ancora di riuscire a rintracciare mio nipote Diego per mostrare alla città di Napoli ed anche ai ragazzi olandesi ed al loro Paese qualcosa che ha cambiato la storia di questa terra. Non ce l’ho fatta e davvero mi è stata negata una soddisfazione». Il racconto di Vincenzo finisce qui, ma non quello di una famiglia che vive con l’azzurro tinto sulla pelle. La controprova arriva immediata, mentre anche gli olandesi capiscono cosa sia la tazzina di caffé partenopea: portando il vassoio ancora fumante, la figlia di Vincenzo, Antonella, racconta come ha trascorso il giorno del suo matrimonio. «Con mio marito Francesco ci trasferimmo dalla chiesa allo stadio: era il primo maggio dell’88, quando il Milan venne a prendersi quella vittoria che ci costò lo scudetto, rovinandoci anche la prima notte di nozze. Perché, il Napoli, in casa nostra, è sempre stato il primo ed unico amore».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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