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Restyling per il San Paolo, lavori solo dal 2018

Prevista la ristrutturazione. Il Napoli a Fuorigrotta fino al completamento del nuovo impianto

Un revamping da 80-100 milioni per lo storico e glorioso San Paolo. Domani saranno passati esattamente 25 anni dalla festa del primo scudetto che vide come teatro proprio l’impianto di Fuorigrotta. Alla vigilia di una ricorrenza magica viene fuori il progetto per trasformare la struttura e ridarle nuova vita. Anzi riportarla al suo antico splendore in tutto e per tutto. Identico a come lo concepì l’architetto Cocchia. Fondi che fanno parte dal concept presentato dalla cordata di imprenditori guidata da Maria Luisa Faraone Mennella e realizzato da Arup. Per il San Paolo si prevede un recupero architettonico e funzionale con la rimozione del famigerato terzo anello di Italia ’90 che è inagibile. Sarà aperto alla città per consentire attività calcistiche minori come le scuole e il calcio femminile e potranno vivere l’emozione di giocare nello stadio di Maradona anche i giocatori e le squadre di categorie non professionistiche. Il San Paolo sarà comunque soprattutto un impianto multifunzionale con una forte vocazione sportiva, che guarderà a quegli sport altri dal calcio. Dall’atletica al judo guardando agli interessi dei bambini. Il nuovo San Paolo sarà al centro di un progetto che riguarda la riqualificazione di tutto Piazzale Tecchio dove finalmente spariranno quegli orrendi cancelli che oggi costituiscono il filtro per l’accesso dei tifosi all’interno dello stadio.
Il nuovo San Paolo sarà dunque uguale a quello che fu inaugurato nel 1959 con una bella vittoria contro la Juventus. Cosa significa nello specifico? Si toglieranno tutte le sovrastrutture aggiunte da allora a oggi. In particolare quanto fatto per Italia 90 quindi non solo il terzo anello. Conserverà la sua forma e il suo stile, il tutto filtrato con quello che mettono a disposizione la modernità e le regole odierne. Ci saranno 35mila posti a disposizione e la copertura verrà completamente tolta, così come tutte le strutture in ferro. Per quanto riguarda la pista di atletica verrà rifatta e messa a norma per ospitare meeting internazionali che in un lontano passato hanno visto Napoli protagonista. Il San Paolo è bene sotto tutela. Quindi qualunque cosa si faccia bisognerà tenere presenti dei vincoli paesaggistici e architettonici ecco perché la cosa più saggia e bella è quella di fare del San Paolo il vecchio San Paolo. Lo stadio cuore della nuova Fuorigrotta che già si sta sviluppando. Basta pensare all’albergo già in costruzione nella Mostra d’Oltremare. E quindi la delocalizzazione di quasi tutte le attività che insistono dentro e intorno alla struttura. Bisogna recuperare un pezzo di città a cominciare da quello che c’è sotto il San Paolo. Un project financig che produrrà 400 posti di lavoro e 80mila metri quadrati di verde pubblico nel cuore di Fuorigrotta.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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