Tutti contro Aurelio De Laurentiis, in partenza per gli Stati Uniti e assente allo stadio anche domani sera. Un altro passo indietro, il secondo in pochi giorni: ma non legato in questo caso alla contestazione dei tifosi, visto che il presidente aveva già programmato da tempo la sua trasferta di lavoro a Los Angeles, dove dovrebbe rimanere almeno fino alla fine di settembre. I dubbi del produttore cinematografico, nonostante i biglietti d’aereo già in tasca, sono legati al difficile momento che stanno vivendo Benitez e la squadra. Abbandonarli proprio adesso al loro destino, infatti, è un azzardo da valutare con la massima attenzione e non privo d’ulteriori rischi: per il numero azzurro. È anche vero, però, che le sue visite al capezzale della squadra (addirittura due in cinque giorni) non hanno prodotto i risultati sperati, la settimana scorsa a Castel Volturno. Meglio la “ritirata strategica”, allora: con la speranza che le prossime gare e qualche vittoria possano almeno stemperare le tensioni. ”Fuori i milioni”: hanno scritto su alcuni striscioni e poi pure urlato i 35 mila del San Paolo, facendo esplodere una protesta che già serpeggiava da settimane. È stato il mercato a scavare un solco profondo tra De Laurentiis e la tifoseria azzurra, che non ha capito e accettato le mosse fatte dalla società durante la campagna acquisti, sentendosi perfino presa in giro. E allora si impone un passo indietro, per capire cosa è successo davvero nei mesi scorsi, scivolati via nell’inutile attesa dei “top player”. I soldi in cassa c’erano (e ci sono…): il Napoli ha infatti i conti in regola e aveva i mezzi economici per rinforzare la squadra, mettendo nel conto pure il tesoretto per le cessioni di Behrami, Fernandez, Dzemaili, Vargas (prestito oneroso) e Pandev, oltre a qualche giovane. E allora? Che cosa è successo? I tifosi si sono convinti che sia mancata la volontà di spenderli ed è per questo che se la prendono con De Laurentiis (“Fuori i milioni…”). Ma la ricostruzione dei fatti fa pensare che ci siano stati anche errori di valutazione sul mercato, incomprensioni nel club e ritardi, sfociati negli acquisti in extremis di de Guzman e David Lopez: due scelte di ripiego, costate comunque una dozzina di milioni. De Laurentiis ne aveva stanziati di più (una quindicina) per il solo ingaggio di Gonalons: che il Napoli era convinto di avere in pugno da febbraio, tanto che per tre mesi nessun dirigente azzurro ha pensato a un piano B. A maggio è arrivato a Roma il presidente del Lione Aulas e il contratto è stato firmato, prima di essere subito stracciato per la inattesa marcia indietro del francese: il preferito di Benitez. Che fare? Rafa ci ha provato grazie alla sua amicizia con Mascherano: sogno coltivato e quasi diventato realtà, però a conti fatti solo altro tempo perso. È cominciato il Mondiale ed è spuntato Kramer: accordo vicino (14 milioni più bonus), con tanto di visita in città dell’agente del tedesco per la scelta della casa, a fine luglio. Ennesima beffa. Ad agosto, in affanno, la caccia al prestito: da Leiva e Fellaini. Il fallimento in Champions (35 milioni persi) ha dato l’ultima spallata, certo: tuttavia non è stata solo una questione di soldi. Fuori milioni, ma bisogna saperli spendere. Pare che Lopez prometta bene: 19 (il suo numero di maglia) salvatutti.
Fonte: Repubblica
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