È QUASI un nuovo inizio, per il Napoli, anche se la falsa partenza di agosto ha proiettato un’ombra su tutto il resto della stagione. La Champions gettata via è un fantasma con cui non sarà facile convivere, soprattutto per le gravi ripercussioni che il ko con l’Athletic Bilbao sta avendo sull’ambiente azzurro: mai cosi disorientato nei dieci anni d’oro dell’era De Laurentiis. La tifoseria s’è divisa e la maggior parte dei contestatori stanno attraversando un’inedita crisi di sfiducia, alimentata anche dal deludente epilogo della campagna acquisti e dalle difficoltà con cui la società ha dovuto confrontarsi sul mercato, mai decollato. Il flop della campagna abbonamenti, arenatasi sulla deludente soglia della quota settemila, da minimi storici e con cinquemila tessere in meno dello scorso anno, è il segnale di una diserzione clamorosa e quasi di massa: a soli quattro giorni dall’esordio al San Paolo contro il Chievo.
Neppure gli appelli alla compattezza di Benitez e dei giocatori, finora, sono serviti a invertire il trend negativo e a impedire che il pessimismo continuasse a dilagare. Meno di due mesi fa, in ritiro, Aurelio De Laurentiis lanciava pubblicamente la sua sfida per il primo posto in campionato. «Il Napoli punta in alto: per quest’anno mi gioco lo scudetto». Ma è come se fosse passato un secolo e a quelle promesse la maggior parte dei tifosi non crede più. Il Napoli rischia di trovarsi da solo contro tutti: trascurato dai suo tifosi, snobbato dalla critica e più vulnerabile agli occhi dei prossimi avversari, in campionato ed Europa League. Ma è una eventualità che non fa paura alla squadra azzurra, convinta dei suoi mezzi e tutt’altro che demoralizzata per l’atmosfera che la circonda. La vittoria in extremis con il Genoa ha ricompattato il gruppo e la sosta ha permesso ai reduci del Mondiale di tornare in discrete condizioni: nonostante l’assenza di Benitez. Gli addii di Behrami, Pandev e Dzemaili hanno inoltre sgomberato dagli ultimi scontenti lo spogliatoio azzurro, di cui Rafa avrà d’ora in poi una gestione più semplice. Anche grazie a questa certezza il tecnico spagnolo si è potuto del resto permettere il suo viaggio a Liverpool, certo d’avere pure da lontano il completo controllo.
Fonte: Repubblica
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